Se piove, l’acqua filtra dalle grondaie quanto dai tombini. Anche se Giove è più clemente, poi, le persiane ormai marce pencolano da tutte le parti e non c’è versi di aprirle. A versare in queste miserande condizioni è niente po’ po’ di meno che la Villa dei Mulini di Portoferraio, la residenza napoleonica in cui più a lungo in Europa soggiornò l’imperatore, che rimase ben dieci mesi nella palazzina a due piani di impianto settecentesco, originariamente costruita come palazzo pretorio e poi modificata da Bonaparte. La Villa è oggi un museo tra i principali non solo dell’Elba, ma dell’intera storia di Napoleone. E allora: come ci è finita, in queste condizioni? E cosa si aspetta a intervenire contro l’umidità che ne divora pareti e cimeli? E’ quello che vuol sapere il Consigliere regionale di Alleanza Nazionale verso il Pdl Andrea Agresti (Vicepresidente della Commissione regionale VI – Territorio e Ambiente), che invoca ora l’intervento sia diretto che presso gli enti territoriali da parte della Regione Toscana. Agresti si è reso portavoce dei problemi di Villa dei Mulini rivolgendo al governatore toscano Martini un’interrogazione urgente a cui è richiesta una risposta nero su bianco. «La Villa dei Mulini di Portoferraio – scrive Agresti nel suo documento – è il museo storico più visitato della Toscana, e quindi degno della massima attenzione da parte delle istituzioni». Peccato che tale attenzione a quanto pare manchi e non da ora: «Nei giorni scorsi – racconta infatti l’esponente di An-Pdl – sono comparsi diversi articoli di stampa riguardanti lo stato di degrado in cui versa la Villa dei Mulini, già residenza napoleonica. Da informazioni assunte in loco è emerso che: il salone della residenza napoleonica, così come tutto il primo piano, risulta essere in pessime condizioni a causa di infiltrazioni di acqua piovana dovute anche a grondaie ormai inutilizzabili e a tubi di scarico otturati o forati in più parti (si riferisce al sottoscritto che la prima segnalazione formale fu effettuata alla Sovrintendenza in data 18/05/1998, ma fino ad oggi non è stato effettuato intervento alcuno». Ancora: «Il teatrino della Villa dei Mulini, restaurato alla fine degli anni ‘80 con una spesa intorno ai 300 milioni di lire, dopo ogni scroscio di pioggia si allaga a causa di un tombino intasato che non è mai stato pulito (anche in merito a questo, la prima segnalazione scritta sarebbe stata effettuata in data 8/9/1998. Sempre al teatrino di Villa dei Mulini, sulla parete lato mare, filtra acqua piovana da diverso tempo (segnalazione, mi si riferisce, effettuata in data 28/2/1998) tanto che allo stato attuale detta parete può ritenersi pericolante». Finito? Macché: «Molte persiane della residenza, seppur riverniciate due anni fa, sono marce e non possono più essere aperte per il pericolo di caduta (sembra sia stata fatta anche in merito una segnalazione scritta in data 26/2/1998)». E dopo il danno, ecco la beffa: «Ogni anno – scrive Agresti – pare vengano eseguiti lavori di manutenzione ordinaria per il restauro e la conservazione delle pareti interne della palazzina, tra l’altro ricche di bellissime decorazioni, ma che non venga tenuta in considerazione l’umidità di dette pareti, che rende inutili gli interventi». Ora basta. Agresti chiede alla Regione di «farsi portavoce presso gli enti preposti» e anche, direttamente, di «effettuare un sopralluogo per valutare in proprio le attuali condizioni di degrado di tutta la struttura e programmare interventi immediati, prima che un ulteriore lasso di tempo non generi danni irreparabili, e non renda estremamente costosi gli interventi di recupero su un così importante patrimonio storico della nostra regione».
palazzina dei mulini