I più incalliti praticanti dell’antica ferajese favella (che al contrario di quanto pensa l’Assessore non è una fava di contenute dimensioni) forse ancora usano l’ espressione “’un avevo naso” che perplime assai contemporanei linguisticamente standardizzati e foresti che non ne comprendono l’accezione. Sveliamo l’arcano: dire “’un avevo naso” è espressione di incredulità a fronte di una promessa o di un impegno che si è già sentita nel tempo reiterare. La spiegazione è la seguente “non avere naso” significa essere bambini, periodo della vita nella quale la parte anatomica in questione è così minuta che, appunto, quasi non si nota, al contrario che nell’età più tarda quando un po’ tutti registrano un evolversi verso maggiori spazialità di naso ed orecchie. Quindi “’un avevo naso” potrebbe essere tradotto, sempre in ferajese ma più esplicitamente, aggiungendo la parte sottintesa: “deh .. è da quando d'eramo bimbi che si sente fa’ ‘ste discorresse e ‘sti giuri, e non s’è mai risolto un cazzo!” (intelligibile crediamo anche per i non specialisti). Tutto ciò per dire che di fronte alla nuova “battaglia dei rifiuti” tintinnio di manette incluso, impegni solenni, discariche risolutive e tavoli concertanti, c’è scappato di pensare: “’un avevo naso!” (Nella foto di Maria Teresa Grassi l’opera artistica post-moderna “discarica in centro storico” di autore ignoto)
discarica in centro storico