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Tornano i predatori di Cerboli

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : venerdì, 21 novembre 2008

Il costruttore pistoiese Giusti ha resuscitato la J. Livingston s.r.l. immobiliare per fare un ricorso al Tar contro i vincoli di assoluta in edificabilità posti sull'isolotto di Cerboli, nel Canale di Piombino, del regolamento urbanistico di Rio nell'Elba, dal Piano del Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano, e dai vincoli ambientali del Sito di importanza regionale (Sir) della regione Toscana, del Sito di interesse comunitario (Sic, Direttiva Habitat Ue) e della Zona di protezione speciale (Zps, Direttiva Uccelli Ue) e della Rete Natura 2000 dell'Unione Europea. La Livingston è infatti la prima delle scatole cinesi che nascondevano la proprietà di Cerboli dopo la cessione nel 2000, per circa un miliardo delle vecchie lire, da parte degli eredi dello scrittore Carlo Cassola. La J. Livingston non molto tempo fa era stata data per morta da uno dei suoi titolari originari, ora rispunta risalendo al ritroso le società che la inghiottirono: Fingestim e Simtex Management, in un vorticoso passaggio di mano che, tra apparizioni tra Massa Carrara, Man, Mosca e Londra, e una cornice di protagonisti, tra prefetti e politici "garanti", immobiliaristi e imprenditori che poi spesso si ritroveranno insieme e sodali negli scandali urbanistici di "Elbopoli". (dossier su http://www.legambientearcipelagotoscano.it/localmente/dossier/cerboli.htm). Le nuova messa in vendita di Cerboli alla recente fiera immobiliare BuyinToscana di Pistoia per 10 o 20 milioni di euro, svela quali sono sempre state le vere intenzioni su Cerboli del Giusti e delle società inventate per Cerboli: costruire un riservatissimo mega-insediamento turistico "recuperando" le macerie di vecchi ruderi ormai spianati dal tempo che oltre 60 anni fa servivano da riparo a cavatori stagionali. Per far questo occorrerebbe creare un approdo ed un eliporto, strade, fognature, rete idrica ed elettrica in un isolotto grande come 8 campi di calcio… un progetto che, guarda caso, per infrastrutturazione somiglia molto a quello di un altro amico e garante di Giusti, l'ex Prefetto Gallitto che voleva trasformare Cerboli in centro di protezione civile attrezzato dove trasferire la popolazione elbana (30 mila persone!) nel caso di un'improbabile "catastrofe naturale" che avesse spazzato via la terza isola italiana. Con la tentata vendita, i nuovi devastanti progetti cementificatori "rispettosi dell'ambiente" ed il ricorso al Tar, il Giusti e la J. Livingston gettano finalmente la maschera dei filantropi ambientalisti che indossarono quando tentarono (attraverso un progetto Life+) di trasformare la torre di Cerboli in "osservatorio dei delfini" da dare per un paio di anni ad una associazione ambientalista per poi rientrarne in possesso (a gratis e pagato dall'Ue) e muovere da li l'assalto all'isola che oggi riparte con proterva disperazione. Legambiente Arcipelago Toscano pensa che Giusti ed i suoi soci debbano mettersi il cuore in pace: ogni tanto capita di fare un brutto affare anche all'imprenditore più furbo, Cerboli è uno di quelli. Invece di ricorrere contro gli strumenti pianificatori di Parco e Comune e i vincoli europei, verso i quali non sono state fatte le dovute osservazioni a tempo debito, Giusti ed i suoi ricchissimi amici farebbero bene una volta tanto a dimostrare un po' di generosità e filantropia vera e a cedere al parco ed alla comunità quel morso di calcare, con i suoi protettissimi marangoni dal ciuffo nidificanti, la sue Berte ed i suoi Gabbiani Corsi, inseriti nelle "Liste Rosse" dell'Iucn, dell''Ue e dell'Italia e della Toscana come specie a rischio di estinzione, e che si vorrebbe scacciare con le pale rotanti degli elicotteri, il porticciolo dei vip, e le strade senza i quali è impossibile costruire il devastante albergone di Giusti ma anche accedere a Cerboli, già inaccessibile senza il nulla-osta del Parco, visto che è zona "A" di riserva integrale. Il costruttore Pistoiese si fa pubblicamente beffe di questi vincoli e vanta amicizie politiche a livello europeo che gli avrebbero "garantito" che tutto andrà liscio e che potrà devastare Cerboli nonostante la zona A del Parco, la Zps dell'Ue i vincoli comunali, la presenza di specie protette e l'assurdità del progetto. Chiediamo ai parlamentari europei toscani e ambientalisti di sollevare il caso Cerboli a Strasburgo per difendere le Direttive Ue e di scoprire chi sono questi amici e questi garanti di personaggi che all'Elba hanno fatto molti e lucrosissimi affari edilizi, fino ad incappare nelle maglie della giustizia con l'affaire dell'ecomostro di Procchio e dintorni. Al Ministero dell'Ambiente, al Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano, al Comune di Rio nell'Elba e alla Regione Toscana chiediamo di opporsi con forza ed in maniera comune al ricorso al Tar, a questo maldestro ma pericolosissimo tentativo di scardinare vincoli ambientali ed urbanistici e di distruggere la preziosa e delicatissima biodiversità di uno degli ultimi lembi selvaggi del Mediterraneo. Ai candidati ed alle forze politiche che si apprestano a partecipare alle elezioni del 2009 per il rinnovo del Consiglio Comunale di Rio nell'Elba chiediamo di dire fin d'ora e chiaramente che continueranno sulla strada della protezione integrale di Cerboli attuata dell'attuale giunta del sindaco Catalina Schezzini, presidente dell'Associazione Italiana Comuni Isole Minori (Ancim).


cerboli isola

cerboli isola

Marangoni dal ciuffo cerboli

Marangoni dal ciuffo cerboli

cerboli manifesto

cerboli manifesto