Fino a qualche giorno fa a sentir pronunciare il cognome "Villari" ad una non sterminata ma consistente schiera di italiani veniva in mente il prestigioso storico Rosario, che, come si sarebbe detto una volta, ha reso illustre l'Italia, tenendo lezioni da Oxford a Berkeley. L'Italia intera da qualche giorno ha appreso dell'esistenza di un altro Villari, Riccardo anch'esso docente universitario (benché di minor prestigio e di altra scienza) e parlamentare, definito con efficace sintesi ieri da Vincenzo: "ex popolare, ex CDU, ex Udeur, ex rutelliano nella Margherita e poi mariniano nel PD (ex, espulso ieri NDR) e futuro, ci possiamo scommettere, PdL", un fulgido, insomma, esempio di italica virtuosa coerenza che dimostra quale foro boario sia divenuto il parlamento della Repubblica Italiana. Eletto contro il parere di chi rappresentava, con i voti degli avversari (più il suo) ad una delle più alte cariche di garanzia di questa nazione, con un colpo di mano da congiura della bocciofila, impippandosene delle indicazioni del suo segretario nazionale Veltroni (che aveva acutamente profetizzato le sue immediate dimissioni) ora Villari ignora anche l'ordine anzi il contrordine del Capocomico (che forse si è accorto di aver fatto una frittata eccessivamente estesa) di rientrare nei ranghi, e sordo ai richiami di Fini e Schifani risponde: "Hic Manebimus Optime". Tutta la nostra umana solidarietà va a quelle persone oneste, ai cittadini elettori (che ora si stanno mangiando le mani fino ai gomiti) dopo aver votato per il PD (credendo di votare per la sinistra) ed eleggendo questo tanghero, ed una domanda a coloro che decidono i destini del Partito Democratico: ma come cazzo le avete fatte quelle liste?
Riccardo Villari