La Regione Toscana torna all’Elba per discutere del fallimento dell’Unione dei Comuni, quale è la posizione del PD? Dobbiamo prendere atto con realismo delle difficoltà incontrate riconoscendo gli argomenti altrui senza partigianerie di maniera, in ballo c’è la credibilità dell’ Isola d’Elba. Per questo penso che ci sia bisogno di aprire una discussione nuova e diversa che trasformi una discussione istituzionale, per certi versi arida, in un disegno concreto sul futuro dell’Isola e sul miglioramento delle condizioni di vita di chi vi abita. In concreto il PD cosa propone? Ci vuole coraggio riformista che affronti prima i problemi delle persone e poi immagini il modello istituzionale adatto per governarli. Dobbiamo riaprire i termini della legge 37, inserendo la questione della insularità. I servizi, i trasporti, i rifiuti, la sanità: ci sono questioni oggettive che riguardano la specificità insulare che devono avere un riconoscimento normativo specifico, corredato dei fondi necessari per sostanziare e alleviare questi elementi di criticità oggettiva. Sarebbe una novità senza precendenti. Si, ma è realistica. La montanità deve essere equiparata alla insularità, in questo senso qualche giorno fa è stata sottoscritta un intesa, Regione, Anci, Uncem, Upi sulle linee strategiche di sviluppo delle aree di montagna e l’Arcipelago verrà inserito in questo complesso di scelte. Ma c’è di più, su base regionale occorre questo riconoscimento come primo pezzo per l’approvazione della legge sulle isole minori che noi sosteniamo e del Codice delle Autonomie dove chiederemo con nettezza di inserire l’equiparazione tra montanità e insularità. Pare di capire che il PD intende cavalcere con forza alcuni temi storicamente del centro destra? Cavalcare serve se poi siamo in grado di scendere da cavallo e noi non dobbiamo fare propaganda ma dare uno sbocco concreto ai problemi dei cittadini, il resto sono chiacchere. Aggiungo che il superamento della Comunità Montana non dovrà comportare riduzione di risorse ordinarie, per cui o lo Stato o chi per esso dovrà garantire una continuità strutturale di risorse. Non scordiamoci che ci sono dipendenti e famiglie dell’ Ente che aspettano risposte su questo piano. E’ chiaro l’aspetto dell’ insularità, ma per quanto riguarda il modello istituzionale quale è la vostra idea? A diritti occorre mettere in campo anche doveri e su questo occorre uno scatto su base locale. A proposito della questione del Circondario sconsiglierei di importare modellini dal continente se non altro perché perfino in Val di Cornia vogliono superare un modello giudicato troppo debole. Noi siamo per la forma più forte di governo locale possibile dove i sindaci abbiamo la direzione chiara delle scelte, in questo senso l’Unione dei Comuni accompagnata inscindibilmente dal riconoscimento insulare e dalla continuità delle risorse mi pare l’assetto migliore ad alcune condizioni però. Quali? Primo che si sancisca il criterio che si arriva al nuovo ente superando questa norma rigida prevista dalla 37 che prevede l’unanimità dei comuni, sostituendola con il criterio della maggioranza della popolazione. La democrazia non è unanimismo ma decisione e responsabilità. Secondo che con chiarezza non ci si incammini verso l’ edificazioni di nuovi baracconi: i comuni devono mettere in campo un progetto concreto di fusioni amministrative la dove lo si ritiene efficace ed efficiente. La dove l’Unione cresce i comuni devono dimagrire tramite processi di fusione amministrativa soprattutto per quei servizi di tipo interno. Perché avere otto ragionerie, otto gestioni del personale, otto uffici contratti? Possiamo spendere meno e meglio. Aggiungo uno sportello unito per le imprese, una politica urbanistica comune, questa è la carne di un vero salto competitivo per il territorio. Naturalmente c’è la questione di Capraia e del Giglio che dovrà essere valutata con realismo vista l’evidente specificità geografica. Politicamente come intendete impostare la nuova proposta? Attendiamo il percorso istituzionale che va rispettato. Una cosa è certa, dobbiamo aprire un confronto tra il centro sinistra e il centro destra con serenità e realismo per ritrovare una concordia istituzionale basata su una nuova proposta forte che può far fare un salto di qualità a questo territorio. Il PD arriverà a questa discussione con una propria linea, ma saremo aperti e disponibili al confronto.
pd partito democratico