Crederci e convincere: la sfida del centrosinistra a Portoferraio Riflessioni (forse ripetitive) sulla lunghezza d’onda delle cose scritte da Graziano Rinaldi. La crisi del centrodestra a Portoferraio non deve far credere che per il centrosinistra la strada sia in discesa. Attenti tutti, dunque, ai passi che si fanno, per non incorrere in scivoloni e in nuove sconfitte. Le scorse elezioni amministrative parziali hanno mostrato che l’assenteismo dal voto è in agguato. Un assenteismo che vince se il cittadino non supera il senso di delusione e di frustrazione, e se non si sente attratto da proposte politiche che vede molto spesso lonrane dai suoi bisogni ed interessi. Dichiararsi alternativi al centrodestra non basta: occorre avere e saper comunicare una proposta per la città e per l’Elba. A che punto si è con la costruzione di quelle linee programmatiche utili ad aggregare il maggior numero di realtà e persone attorno al “nocciolo duro” rappresentato dalle forze dell’Ulivo e da Rifondazione comunista? Cosa si sta comunicando alla città? Risorse ed energie non mancano. Occorre aggregarle e non disperderle: il logoramento, infatti, va di pari passo con la non chiarezza dei percorsi e degli obiettivi. Bisogna far presto e bene, dunque! Attualmente il centrodestra è in crisi: ma domani? Ne conosciamo la capacità di “compattamento” di fronte a certe scadenze e la forza di attrazione (non solo mediatica). Rispetto a questo il centrosinistra deve fare un salto di qualità, perché il rischio è deludere le aspettative di tanti. Tempo fa qualcuno ha immaginato l’Ulivo come una piramide appoggiata sulla punta, che ha necessità di essere rimessa per il verso giusto, cioè con la base a terra e la punta in alto. Partire da tale immagine può aiutare a capire quello che non dovremmo fare a Portoferraio. Prima di tutto, non dobbiamo credere che tutta la questione si risolva nell’individuazione del candidato alla carica di sindaco (la “punta”). Elemento certo non secondario, in quanto dovrà rappresentare il massimo di sintesi di quanti lo propongono e attrarre consenso molto oltre la la somma dei suoi aperti sostenitori (è il cosiddetto “valore aggiunto”; ma poiché “le elezioni si vincono, ma il difficile è governare”, c’è un altro valore aggiunto che è costituito da assessori e consiglieri che sanno cooperare, ciascuno per la propria parte, per il raggiungimento degli obiettivi condivisi!). E’ un’illusione pensare di arrivare alla scelta dei nomi prima (o addirittura al di fuori!) di aver individuato quelle linee portanti generali per un progetto di città, attorno alle quali è possibile anche capire “chi ci sta” (soggetti politici, sociali, etc.). Solo dopo ci sarà la scelta delle persone: dopo una lucida e, forse, “impietosa” analisi di tuti i fattori in gioco, svincolandosi certamente dai ricorrenti “vizi” della fase pre-elettorale (personalismi, veti incrociati, spinte centrifughe, spinte “prepotenti” di cavalieri serventi, di amici compiacenti e di onnipresenti fiutanti). Sarebbe errato credere, inoltre, che “tutti” gli scontenti di oggi saranno automaticamente dalla parte del centrosinistra. Perché dovrebbero starci se non è sufficientemente chiaro su che cosa? Nessuno pensa, infatti, che sia possibile arrivare ad una coalizione ampia solo puntando su qualche settoriale interesse: occorre crescere, con creatività e coraggio, per suscitare interesse ed entusiasmo. Il centrosinistra sarà in grado di fare questo? Si sarà capaci di comunicare un messaggio positivo? Si deve essere consapevoli che la città di Portoferraio sta cambiando, in un mondo in rapida trasformazione che sempre di più richiede scelte di relazione (reti, sistema). Di fronte alle nuove sfide bisogna giocoforza valorizzare tutte le risorse disponibili. Attenti però, a non basarsi solo sui frequentatori abituali degli ambienti politici e decisionali, ma cercando piuttosto di suscitare nuove energie. Il pensiero va, per esempio, ai tanti giovani che – per interessi, studi ed esperienze – sono maggiormente portati a pensare “mondiale”, “nuovo” e “veloce” (nel senso di efficace ed efficiente). Nel passato portoferraiese, non è stato proprio l’investimento sui giovani a dare segnali concreti di svolta nel governo della città? Oggi occorre riscoprire-suscitare una nuova “spinta propulsiva” per quel graduale ma costante salto di qualità (in tutti i sensi) di cui hanno bisogno Portoferraio e l’Elba. Odiverio Falsi Eccezion fatta per l'uso di una firma fasulla (pratica che non ci entusiasma neppure un poco) siamo concordi
stemma mediceo + piccolo fortezze portoferraio
portoferraio dal volterraio panorama