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Controcopertina: Il paese dei buchi

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : sabato, 15 novembre 2008

Caro direttore, ho sempre più la certezza di vivere in un paese che si fonda sui buchi. Non solo quelli napoletani di immondizia. Ma anche quelli della memoria, con lo stravolgimento della verità operata dai "pentiti revisionisti" come Pansa, o dai redivivi come Alemanno, Storace, Mussolini e via dicendo. E sui buchi della giustizia. Ho un nitido ricordo del 12 dicembre 1969, quello della strage di piazza Fontana a Milano, e di tutti gli altri attentati che seguirono. Per molti di questi la verità giudiziaria non ha mai coinciso con la verità storica e politica, o meglio la magistratura non è mai stata in grado - per paura, incompetenza, ossequio al potere o perchè "distratta" dai poteri occulti, paralleli dello Stato - di far coincidere "Giustizia", "Legge", "Verità". I miei oltre sessat'anni sono stati accompagnati dalle sentenze (contraddittorie, ridicole, paradossali, offensive) che su quelle stragi, su quegli attentati alla nostra democrazia si sono succedute. Sicuramente i miei nipoti, purtroppo, cresceranno anche loro nello stesso paese (pressapoco) in cui ho vissuto io. Vedranno lo svolgersi dei diversi gradi di giuduzio di un processo che è già diventato l'ennesimo capitolo del libro "Lo scandalo italiano", quello dedicato alla mattanza, alla macelleria messicana del G8 di Genova. Sono stati condannati dei ragazzi che hanno avuto la mano un pò pesante su gente che, comunque, delle colpe le aveva. Questo, in sostanza, è quanto hanno affermato i giudici di Genova. L'attacco alla Diaz aveva ragion d'essere; i capi avevano tutte le ragioni di intervenire all'interno della scuola; se qualcuno si è fatto prendere la mano ha una responsabilità personale e basta. Quei quattro capi condannati (nel frattempo tutti promossi probabilmente per "meriti sul campo") hanno ecceduto, usufruiranno comunque dell'indulto e probabilmente rimarranno al loro posto. La notte della Repubblica si arricchisce di un nuovo capitolo, la rabbia dei picchiati, malmenati, terrorizzati, offesi, umiliati, rimane lì, cresce, diventa frustrazione e vergogna per il paese in cui viviamo, un altro buco è stato scavato nelle nostre coscienze, un buco che difficilmente potrà essere colmato.


caserma diaz genova g 8

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