La netta presa di posizione di CNA e Confesercenti a favore di una reale semplificazione amministrativa dell’Elba, l’analogo orientamento di imprenditori e sindacati e di alcune forze politiche espresso in precedenti occasioni, sono segnali da non far cadere e che richiamano alla propria responsabilità partiti e istituzioni. E’ vero che di “Comune Unico” o di “ Tre Comuni” se ne parla da anni senza, però, alcun costrutto, ma è altrettanto vero che, mai come in questi tempi di crisi globale dell’ economia e del turismo, appare necessario per il territorio elbano presentarsi unito per avere maggiore forza e capacità di decisione . Ciò che finora è mancato e che vale invece la pena attuare, è sottoporre ai cittadini una volta per tutte la scelta della forma di governo che – a maggioranza – ritengono più vantaggiosa. Per attivare tale consultazione serve, oltre ad una forte mobilitazione della società civile, anche un’ assunzione di responsabilità della politica. Sul percorso di chiamare i cittadini a scegliere sarà forse più facile raggiungere un accordo bi-partisan tra le forze politiche e i Comuni che in qualche modo le rappresentano. Le polemiche pre-elettorali sul Comune unico o le divisioni registrate sull’ Unione dei Comuni servono solo a mantenere le cose al livello insufficiente in cui si trovano. Da una semplice indagine sul sito del Ministero dell’ Interno, che riporta i bilanci consuntivi trasmessi dagli Enti Locali, si ricava che i Comuni dell’ Elba, nell’ anno 2006, hanno avuto entrate ed uscite per complessivi 73 milioni di euro. In tempi di tagli governativi (al sociale come alla protezione civile) e di nuove povertà, diventa immorale non rendersi conto di come si potrebbero risparmiare cifre consistenti attraverso una fusione che consentirebbe di eliminare figure oggi multiple, appaltare insieme gli stessi lavori e servizi o gli acquisti . Unendo le forze, si potrebbero insomma liberare risorse per migliorare le prestazioni ai cittadini e qualificare il territorio . La Legge Regionale N° 62 del novembre 2007 che disciplina i referendum regionali previsti dalla Costituzione e dallo Statuto , nonché il regolamento del Consiglio regionale, prevedono soggetti e modalità di presentazione di una proposta di legge di unificazione dei Comuni: non è un percorso complicato, se si ha volontà di percorrerlo. Nell’auspicio che si arrivi già nel prossimo anno a predisporre questo referendum consultivo, conviene intanto non disperdere quel poco di governo unitario del territorio che ha funzionato in questi anni, per cui auspichiamo si mantenga all’ Elba un Ente Comprensoriale, magari con nuove funzioni aggiuntive a quelle svolte fino ad oggi dalla CM, ad esempio i rifiuti. Non ha molta importanza che sia esso una Comunità di Arcipelago (che appare sempre più improbabile alla luce del nuovo Codice delle Autonomie e del Federalismo Fiscale) o quella Unione di Comuni della Comunità di Arcipelago, fortemente sostenuta dalla Regione e che non si è riusciti finora a fare per differenziazioni che attengono più alla polemica politica che alla sostanza. L’importante è che il gatto acchiappi i topi.
elba veduta della costa