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Controcopertina: Ragionando sulla sicurezza della mobilità ciclo-pedonale all'Elba

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : giovedì, 13 novembre 2008

Caro Sergio, in molte vie di Portoferraio e zone dell'Elba circolare a piedi o in bicicletta è un vero rischio. Questo problema senza 2 interventi: uno di educazione culturale e l'altro strutturale, rimarrà irrisolto causando inutili ferimenti e continui danni materiali e un indiretto danno d'immagine turistica. Il discorso è lunghissimo e purtroppo siamo fermi al paleolitico in termini di interventi a favore della mobilità e sicurezza stradale. Siamo in ritardo nei confronti di tante realtà nazionali e scandalosamente lontani da quanto avviene in tutto il mondo occidentale. Le soluzioni sono a portata di mano, basta guardarsi in giro e verificare quali interventi vengano approntati in altri luoghi per poter ispirarsi e porre rimedio. Faccio qualche esempio di criticità locale. L'87% degli spostamenti è effettuato con mezzo privato. La frazione di Carpani per un pedone o un ciclista è quasi isolata dalla zona industriale e dal centro storico. In alcune condizioni di luce alcuni lunghi attraversameti pedonali di via Carducci e Manganaro sono veramente pericolosi. La piana di Campo offre pratiche soluzioni alternative all'uso del mezzo privato ma camminare o pedalare è pericoloso. Diciamo subito che per coordinare tutti gli interventi di traffico e trasporti l'ideale sarebbe l'istituzione di un Mobility Manager per l'Elba e la Val di Cornia, in modo da risolvere anche i problemi di orari e trasporti intermodali già al di là del canale. Occorre però partire dalle soluzioni che sviluppino una maggiore consapevolezza di rischi, traffico, incidenti e opportunità alternative. Diciamo che senza investire in migliori servizi di trasporto pubblico, marciapiedi o piste ciclabili si può iniziare da subito a istituire delle "zone 30" per migliorare la sicurezza stradale per gli utenti deboli (pedoni, ciclisti e portatori di handicap) Spiegare bene che un incidente stradale a 30 all'ora non ha quasi mai conseguenze mortali mentre a 50 orari i danni per gli utenti deboli possono essere molto gravi. A 30 km orari un automobilista ha un campo visivo decentrato e può individuare ogni movimento a bordo strada mentre a 50 orari focalizza l'attenzione ad alcune decine di metri avanti e si tralascia la visione laterale. A 30 orari in via Manganaro il traffico scorre senza pericolo per pedoni, disabili e ciclisti. Passaggi pedonali meglio segnalati e illuminati permetterebbero un attraversamento sicuro. L'educazione stradale però deve riguardare tutti gli utenti, girare in bicicletta di notte senza luci crea un inutile pericolo anche all'automobilista più prudente. Estendere le "aree 30" a più zone e vie di paesi e frazioni aiuterebbe la circolazione sicura per tutti gli utenti, costa poco ed è attuabile da subito. Le altre infrastrutture come le piste ciclabili, marciapiedi e passagi ciclopedonali necessitano di più tempo. La razionalizzazione e potenziamento dei servizi di trasporto pubblico richiedono interventi più radicali in tempi nedio lunghi per offrire vera "mobilità" a cittadini residenti e turisti. Finché in questa isola ci si potrà solo arrivare con l'auto dipenderemo dal solito bacino di utenza turistico, dovremo sempre passare sotto le forche caudine degli armatori, non offriremo mai l'immagine di un paese moderno e vivremo, facendo vivere peggio i turisti, la nostra dipendenza dalle auotmobili. I nostri ospiti stranieri provengono da paesi e città in cui l'auto è usata meno della bicicletta! Persino in Alaska gli autobus offrono la possibilità di montare la bici su apposita rastrelliera. All'Elba siamo costretti a muoversi in auto o a rinuciare alla mobilità e i turisti subicono maggiormente questo disagio. Esistono infiniti ventagli di interventi per migliorare la mobilità nostra e dei nostri ospiti estivi.


parcheggi via carducci 1

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Strisce pedonali città

Strisce pedonali città

corsia ciclabile città

corsia ciclabile città