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Cos'è scandalo costituzionale?

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : mercoledì, 12 novembre 2008

Non faccio parte della nomenclatura politica isolana come di nessuna altra-non sono politico di professione- e pertanto ringrazio Mantovani per aver osato citarmi dicendo che è d’accordo col sottoscritto. E’ una palese contraddizione politica invocare il referendum popolare solo per la nascita del comune e non per il parco nazionale. Per il parco sentire la volontà popolare direttamente non è uno scandalo costituzionale. Meglio tardi che mai anche se purtroppo i danni sono stati fatti e sono sotto gli occhi di tutti. Non vorrei che la stessa cosa accadesse anche per il comune unico. Ho argomentato ciò che secondo me è a favore del mantenimento dei sindaci sul territorio elbano. Non è scandalo costituzionale se i cittadini sono interpellati anche sul comune unico. Credo che i cittadini vogliano risposte concrete alla crisi economica e turistica per cui sostengo che all’ordine del giorno delle forze politiche dovrebbero essere i problemi reali e indicazioni precise per risolverli. Non credo cioè che agli elbani interessi il comune unico più dei prezzi in continuo aomento,del calo del flusso turistico,delle case che mancano,dei trasporti che non funzionano bene,della sanità in continuo depotenziamento,della stretta del credito bancario,del sistema dei rifiuti che è tra i più cari d’Italia,dei tanti vincoli incomprensibili sul territorio,delle fogne che esondano insieme con i fossi,dell’acqua potabile dei rubinetti di casa: cito solo alcuni dei problemi a tutti noti. Per questo sostengo che il comune unico non dovrebbe essere una priorità nell’agenda politica delle forze politiche durante la campagna elettorale per le amministrative comunali e provinciali. Ma se ne dobbiamo parlare è inevitabile che l’argomento faccia parte di quello più ampio,nazionale,chiamato federalismo. La riforma federale dello stato in senso federale è programma del governo attuale. Ci è sempre stato detto che il federalismo ha come scopo importante quello di sburocratizzare,ridurre la spesa pubblica e i centri di spesa in modo che siano facilmente individuabili dall’amministrato per riconoscere quale amministratore non funziona Il governo Berlusconi vuole questa riforma. Agli elettori durante l’ultima campagna per le elezioni politiche è stato promesso l’abolizione delle province: questa abolizione pare per ora finita in soffitta. Le province sono gli enti più lontani dai cittadini. Uno studio dell’istituto Bruno Leoni ha quantificato che la spesa per esclusiva remunerazione degli oltre quattromila eletti nelle province supera i 115 milioni di euro e che tra il 2000 e il 2005 le province hanno accresciuto le spese del 65% destinando gran parte delle uscite alle spese correnti: le spese aumentano più delle entrate nelle quali peraltro assumono peso crescente trasferimenti regionali e accensioni di prestiti a tassi sempre più crescenti. Lo studio sopra accennato prende anche in considerazione la recente esperienza dell’istituzione di nuove province in Sardegna: contrariamente alle attese e promesse le nuove province non hanno comportato una riduzione del costo di quelle esistenti ed amputate che anzi è aumentato. Tutto ciò dovrebbe imporre prudenza sia nell’invocare nuove province sia nell’approvarne la istituzione. Tutto ciò mi ha indotto a indicare per l’Elba e l’arcipelago la chiusura delle province che l’amministrano. Il comune, il sindaco eletto direttamente dai cittadini,che rappresentano lo Stato a contatto con l’amministrato non avrebbero altro che da beneficiare della chiusura della provincia: competenze e risorse al comune andrebbero, responsabilizzando il sindaco. Valorizzando dunque ciò che già esiste e che necessita di maggiore efficienza.


Elba Mappa 350

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