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A Sciambere dell'Ombuto

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : sabato, 08 novembre 2008

O tempora. O mores! Mi sono fatto battere in velocità,come al solito, sullo scatto. Così nulla posso aggiungere sulla “battutaccia” del nostro, evidentemente vittima di qualche vodka di troppo per i ripetuti brindisi alla immarcescibile amicizia italo-russa ed all’amico Vladimir. Mi ha fatto invece impressione il masochismo conseguente di parte italiana, tutti lì a frullare la merda dimentichi dei saggi avvisi dei nostri vecchi che ci spingevano a non rimestarla, sperando poi in qualche bel lavacro purificatore. Così, secondo me ed i miei pluviali associati, hanno sbagliato tutti: Uolter, pensando di distinguersi, ed i vari dipendenti del Berlusca pronti, come sempre, a mostrare il petto ed a schierarsi in una improbabile difesa di una indifendibile gaffe. Risultato. Tutti hanno contribuito a sputtanare il nostro già abbastanza sputtanato Paese. Se non è castroneria questa…. Meno male che ci ha messo una pezza Paolo Guzzanti riportandoci a più caserecce vicende con eleganti (!?) dissertazioni sulle doti e sugli asset che avrebbero consentito alla Mara Carfagna di diventare Ministro delle pari opportunità cogliendo così opportunità che non capitano tutti i giorni ed a tutte le ragazze. Ma anche Paolo finisce poi in tristezza ricordandoci che non c’è nulla di nuovo sotto il sole e che siamo in fondo come ai tempi di Caligola il quale – come è noto- fece Senatore il suo cavallo preferito e conclude in maniera desolante:”in fondo siamo tutti cavalli”. Con tutto il rispetto per in nobile animale sinceramente mi pare un paragone esagerato. Dai ragli che sento (la stessa Carfagna che ammette:”devo ancora capire la politica”; ma si può fare Ministro una così?), a me pare che si tratti della sottospecie, quella alla quale –come a Pinocchio- spuntavano le orecchie. Sono reduce da una settimana di duro lavoro e perciò passo a salutarti con invidia. Grondaia jr Non comprendo l'invidia finale, visto che sono reduce da sei anni di duro lavoro senza un minimo periodo di ferie (tu avessi a pensare, tante volte, ch'io trascorra il mio tempo a fare seghe ai paperi). Quanto alla vexata quaestio mignottocratica guzzantiana, mi limito a notare che se ciò afferma lui, che tanto fruì delle craxiane prima, arcoriane poi, greppie, cantando le lodi di Re Piporitto I°, c'è da crederci, e pure da non stupirsi più di tanto: in primo luogo la storia ci testimonia dell'abitudine dei sovrani di circondarsi di favorite, così come che spesso queste ultime, impegnandosi con tutta l'anima ed il corpo, finiscano per meriti di talamo a conquistarsi potere politico ed economico. Comunque e per fortuna non tutti siamo favorite o equini più o meno nobili. Non sono d'accordo con te laddove giudichi inopportuno l'intervento ueltroniano per due ordini di ragioni: a) anche se gli italiani fossero rimasti "zitti come li topi" lacrimando silentemente per essere rappresentati sulla scena internazionale da un cotale vecchio ombuto vanesio, la cosa non avrebbe avuto minor risonanza (a proposito: il medesimo Cavalier dei Pony oggi sempre in relazione alle sue "carinerie", definite all'estero senza mezzi termini "razziste", per migliorarla ha dato di imbecille ad un giornalista americano), b) una volta che l'esangue Uolter Ueltroni da Paperopoli ne infila una me lo reprimi? Eccheccazzo!


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