Proprio adesso che l'Elba è letteralmente invasa da interi fiumi d'acqua piovana, vi risulta vietato l'uso a scopi potabili dell'acqua di alcuni acquedotti a causa del boro che contiene. L'Ente responsabile del servizio idrico da parte sua assicura che non è affatto superato il limite imposto dalla legge facendo rilevare come quello valido per le acque minerali sia addirittura più alto e quindi superiore alle percentuali di boro effettivamente presenti nei citati acquedotti. Secondo me si dovrebbero fare delle considerazioni totolmante diverse. Innanzitutto bisognerebbe avere ben in mente che l'acqua all'Elba non si potrebbe per legge distribuire ai cittadini così com'è se non fosse per una deroga speciale e provvisoria che scade anno per anno. Come dire: Se l'acqua contiene troppo boro, è sufficiente aumentare i limiti di accettabilità della legge e tutto rientra nella normalità. Ma cosa accadrebbe nel caso la deroga presto o tardi non fosse rinnovata? Ed ancora: invece di filosofare sui limiti di legge dell'acqua dell'acquedotto o di quella delle bottiglie di acqua minerale, non sarebbe meglio spiegare se le percentuali di boro effettivamente presenti sono o non sono dannose per la salute di chi le beve? Infine perchè citare le acque minerali che di boro non ne contengono affatto? Importanti anche le responsabilità che si sono abbattute sugli operatori economici elbani, come ristoratori, baristi, campeggiatori, affittacamere i quali, nel caso avessero a verificarsi problemi alla salute di qualche loro cliente dovuta al boro presente nell'acqua da loro data al loro cliente, sarebbero per legge essi stessi a doverne rispondere personalmente e non, nel caso specifico, l'Ente che ha fornito l'acqua con il boro. Quanto sopra può servire, senza che ce ne fosse bisogno, a convincere gli scettici sulla necessità reale di rendere l'Isola d'Elba autonoma ed autosufficiente nel servizio idrico.
acqua rubinetto