Caro Sindaco , le scrivo per rappresentarle la nostra insoddisfazione sull’organizzazione della giornata della Carovana Antimafie che oggi era presente nella sua città. Quando questa mattina, alle prime ore dell’ alba ( alle ore 5,45), siamo partiti da Pisa per dirigersi verso l’Isola d’Elba eravamo convinti di avere di fronte a noi un appuntamento importante. Non è stato così! Infatti dopo aver salutato l’Assessore Cosetta Pellegrini, che gentilmente era venuta a prenderci allo sbarco, ci siamo imbattuti in un vigile urbano che innanzitutto non ci ha comunicato dove posteggiare, precisandoci che non era possibile lasciare i furgoni della carovana davanti al Comune, ed in seguito ci ha segnalato che avevamo organizzato un corteo o manifestazione (poco importa dal mio punto di vista) non autorizzata, quindi irregolare. In seguito, nell’incontro a cui era prevista la nostra presenza, la Carovana Antimafie è stata di fatto ignorata, soprattutto non si è prevista la giusta e opportuna attenzione ad una delle motivazioni principali del nostro viaggio: leggere il proprio territorio, ascoltare, prendere atto , riflettere e condividere le strategie da adottare per prevenire e contrastare le attività delle mafie nei territori. La Toscana non è terra di mafia, ma la mafia c’è! Questo vale anche per l’Isola d’Elba. Abbiamo assistito ad un ottimo lavoro di progettazione dell’Istituto Tecnico Commerciale di Portoferraio sulla camorra e sulla nave della legalità, a seguito del quale gli interventi dei rappresentati della CGIL e dell’Unicoop Tirreno, hanno reso un giusto riconoscimento al valore della Carovana Antimafie. Quando ci siamo messi in viaggio sapevamo di trovare situazioni favorevoli, di accoglienza, di condivisione, ma anche sulla possibilità di incontrarne altre di contrarietà e di svalutazione: ci dispiace che questa seconda ipotesi sia accaduta a proprio Portoferraio. Tuttavia la nostra volontà di andare avanti e costruire una vera giustizia sociale è superiore a quella della polemica e per questo non ci arrendiamo. Le proponiamo di promuovere e condividere con noi un lavoro progettuale da costruire con gli studenti sulla presenza mafiosa nell’Isola d’Elba. Raccontare e rappresentare la memoria significa non solo prevenire infiltrazioni future, ma anche contrastare le presenze attuali. Alla conclusione dell’evento i 5 volontari della Carovana Antimafie mi hanno chiesto: “Cosa ci siamo venuti a fare?”. Ho provato imbarazzo e disagio nel dar loro una risposta, però poi mi sono deciso: “Bisogna lavorare ancora per superare miopie e letture superficiali. Abbiamo comunque fatto bene a venire anche se torniamo a Piombino amareggiati, ma non rassegnati: la rassegnazione non è nostro patrimonio comune, altrimenti saremmo solo protagonisti di momenti celebrativi e di balletti mediatici”. Con franchezza, simpatia e profonda stima per il difficile ruolo che sta svolgendo nel Comune di Portoferraio, la saluto
aliscafo corto