Marciana presenta il nuovo Regolamento Urbanistico e Legambiente quasi non crede ai propri occhi per la pessima sorpresa: “I buoni propositi di tutela e salvaguardia del patrimonio ambientale enunciati nel Piano Strutturale di Marciana sono stati letteralmente capovolti con il nuovo strumento presentato in questi giorni dal Comune. Sembra addirittura incredibile che siano stati redatti dalla stessa mano. Ci sono stravolgimenti di norme per le quali si potrà praticamente costruire ovunque”. Umberto Mazzantini chiarisce innanzitutto il vizio di fondo e l’errore che ha commesso il Comune: “Il R.U. viene approvato prima della adozione definitiva del Piano Strutturale, dato che per quest’ultimo manca ancora il parere vincolante dell’Ente Parco, previsto sia dalla legge 394 sia dal D.P.R. del Parco. Questa secondo noi , è una irregolarità che potrebbe anche riaprire la procedura”. Poi è l’Architetto Nedo Volpini ad illustrare nel dettaglio ciò che rende il R.U. di Marciana assolutamente insostenibile per Legambiente: “ Premetto che mi trovo in un certo imbarazzo a dover criticare pesantemente questo strumento redatto da un tecnico che conosco e stimo per la sua capacità e intelligenza, lo stesso professionista che ha steso il Piano Strutturale concordato con Regione e Provincia, e che adesso invece, probabilmente cedendo e accettando delle pressioni, ha ribaltato i precedenti propositi.” Poi entra nel merito per spiegare come negli ultimi trent’anni si sia passati da 833 abitazioni non occupate a 2643, e da 587 abitazioni occupate a 830 a fronte di una popolazione che è diminuita di 46 abitanti. “Per le nuove costruzioni, il Piano di Portoferraio ha purtroppo fatto scuola, e nelle superfici utili non sono conteggiati i vani come le cucine, i bagni, i ripostigli, i corridoi. E’ poi soprattutto l’articolo 22 che ci lascia estremamente perplessi, perché esso definisce zona B (zona ad aggregazione recente, nella quale sono previsti interventi di trasformazione per il 95% dei fabbricati) una larghissima fetta del territorio comunale, dando di fatto la possibilità di completare i lotti con indici che vanno dallo 0,15 allo 0,30. In pratica – spiega Volpini – per esempio, nel caso di Procchio, su un’area di 1500 mq con una costruzione già esistente di 300 mc, si può arrivare a complessivi 450 mc. In questo modo si giungerà ad una quantità enorme di volumi realizzati. Si introduce poi il principio di ”intervento a macchia di leopardo” che probabilmente non ha precedenti nel campo dell’urbanistica”. Ma non finisce qui e Volpini incalza definendo “dirompente” il successivo articolo 38. Al terzultimo comma è infatti previsto che tutti gli edifici esistenti, condonati o assentiti, possono essere trasformati in abitazione. Qualsiasi baracca condonata potrà diventare un appartamento. Gli ambientalisti elbani sono letteralmente allibiti per l’inserimento nel Regolamento Urbanistico di quello che è stato finora un malcostume elbano. Le previsioni degli spazi di verde pubblico sono assolutamente irrealizzabili. Dalla carta si vede che esse coincidono con hotel e ristoranti. Legambiente si chiede: “hanno intenzione di espropriare l’Hotel del Golfo?” Volpini mette infine in risalto l’evidente contraddizione tra l’enorme espansione volumetrica e le carenze delle infrastrutture. Manca l’acqua, le fogne sono insufficienti, la condotta di Procchio nei giorni scorsi ha rigurgitato in mare. Considerando i danni all’ambiente e la crisi turistica di questi ultimi anni che penalizza soprattutto gli appartamenti, Volpini è lapidario: “Questo piano che non pianifica nulla è controproducente, è un danno per tutti e per tutta l’economia”.
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