Con la variante normativa al Regolamento Urbanistico adottata il 29 settembre dal Consiglio Comunale, sono state introdotte importanti norme per la rinascita di un’agricoltura di qualità sul territorio di Portoferraio. Innanzitutto si è introdotta una semplificazione, che comporta che, qualora gli interventi edilizi previsti abbiano una consistenza inferiore a mc. 600 per edifici con destinazione di residenza rurale e mc. 1.800 per edifici con destinazione diversa (ad es. le cantine), il programma aziendale pluriennale di miglioramento agricolo ambientale non debba essere presentato con valore di piano attuativo. In questo modo si evitano inutili e defatiganti procedure e si può consentire la realizzazioni degli interventi minori in maniera più semplice. Un altro elemento importante introdotto dalla variante è la tutela del paesaggio, conformemente ai nuovi indirizzi del P.I.T. regionale: a tal fine sono escluse nuove costruzioni nelle aree ricomprese nel sistema territoriale dei Crinali – sub Sistema Parco dei Crinali definito dal PS, all’interno del PNAT; in generale sono da escludere edifici posti in posizione di crinale o cacuminale. Ogni nuova realizzazione dovrà essere accompagnata da un specifica valutazione di inserimento paesaggistico e da interventi di qualificazione ambientale e paesaggistica (realizzazione viale alberati, inserimento di elementi tradizionali dell’insediamento rurale come gli orti spagnoli o degli agrumi, ed interventi assimilabili). Tutti i nuovi edifici rurali dovranno essere peraltro realizzati secondo le vigenti disposizione in materia di bioarchitettura, mentre dal punto di vista morfologico dovranno perseguire il recepimento delle tradizionali forme dell’architettura rurale locale. In proposito il Sindaco Peria ha dichiarato: “Quello che abbiamo immaginato è un meccanismo di forte rilancio dell’agricoltura di qualità e tradizionale, perseguendo però anche il valore della difesa del paesaggio e del recupero delle sue identità tradizionali. Le nuove aziende agricole saranno così non solo elemento di rilancio di attività purtroppo perse nel corso dei decenni dello sviluppo turistico, ma anche strumento di recupero di un paesaggio tradizionale, che rappresenta un’identità forte per divulgare un’immagine alta del nostro territorio. Riuscire a ricostruire un terrazzamento con muri a secco di pietra locale, ripristinare un agrumeto, ricreare un orto spagnolo, ritagliare sottraendola ai rovi un’antica strada, rappresenta un elemento fondamentale per il nostro futuro e anche per la nostra immagine turistica. Per questo abbiamo voluto queste norme, che riteniamo molto avanzate, per questo abbiamo semplificato l’iter procedurale degli interventi, ma abbiamo preteso il massimo rigore nel rispetto delle regole, qualora cessi l’attività agricola. Tutti gli interventi li abbiamo immaginati peraltro esclusivamente in bioarchitettura. Vogliamo case rurali che non inquinino, che siano isolate termicamente, che recuperino le acque piovane. Case fatte di calce, pietra, legno non trattato. Un’altra norma per la quale abbiamo introdotto un elemento di grande novità, quasi unico in Toscana, riguarda le energie rinnovabili. La norma sulle nuove aziende agricole prevede infatti che potranno, con alcuni inevitabili limiti, miranti alla tutela del paesaggio, dotarsi di impianti fotovoltaici con procedure semplificate (DIA), purchè non si superino i 20 KW. Vogliamo così creare aziende, cantine e laboratori no-oil, che producano in maniera pulita prodotti del nostro territorio, senza alcun costo ambientale. In un momento in cui il governo riscopre purtroppo il nucleare vecchio e superato, noi abbiamo immaginato il vino, il miele e l’olio non solo biologici, ma a costo zero per l’ambiente”. Questa la nuova norma sulle rinnovabili nelle aziende agricole: “Ai fini della promozione degli impianti di produzione energetica da fonti rinnovabili, le aziende agricole possono procedere alla realizzazione di impianti fotovoltaici come di seguito specificato: Esclusione di installazione di impianti di potenza superiore a 20 KW nelle seguenti aree territoriali: aree agricole del versante settentrionale di Portoferraio da Capobianco alla Biodola – confine con Comune di Marciana; aree ricomprese tra Fosso della Madonnina, Magazzini e strada provinciale del Volterraio; aree ricomprese all’interno del PNAT. Impianti fino ad una potenza di 20 KW sono autorizzati tramite DIA e autorizzazione paesaggistica Impianti di potenza superiore a 20 KW, anche da parte di soggetti diversi da quelli classificati IAP, sono autorizzabili, nel rispetto delle vigenti normative, solo a seguito di adozione ed approvazione di specifica variante al R.U.”.
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