Gentili Signori, sono l’Avv. Fabrizio Paolini, Referente Nazionale per gli Affari Legali del Centro Sportivo Educativo Nazionale - C.S.E.N. – Settore Soft Air. La complessa polemica sviluppatasi all’Elba, Isola a me particolarmente cara poiché la mia Famiglia, i Paolini, ha avuto origine in Marciana, mi ha visto coinvolto sia per la esplicita richiesta di intervento rivoltami dall’amico Massimo Taglione, sia per l’importanza che per me e per il ruolo che rivesto ha la tematica “Sport Soft Air”. Personalmente non ho certo gradito l’esclusione della ASD “Api di Mare” dall’evento organizzato dal Comune di Portoferraio, dato che ho il merito o la colpa, a seconda dei punti di vista, di aver “sportivizzato” il soft air a livello nazionale e ciò grazie alla disponibilità che mi ha dato fin da subito l’Ente di Promozione Sportiva C.S.E.N. in particolare con il Comitato Provinciale di Bologna, credendo in questo progetto. Per arrivare al risultato che ho indicato (lo sport del soft air) e che qualcuno vuole negare con poche frasi errate e male interpretando dettami normativi precisi, io ed altri, Taglione incluso, abbiamo lavorato duro, creando i presupposti normativi e regolamentari affinché giungesse l’agognato riconoscimento dal CONI, inteso più che come atto formale, come espressione di fiducia ed incentivo a creare e sostenere concretamente nuove discipline sportive da affiancare alle più note e, diremmo nel gergo, “veterane”. Non è forse questo il principio che Istituzioni come il Comitato Olimpico invitano a seguire? E perché, allora, se ciò accade, ci deve essere qualcuno che, soprattutto per scarsa conoscenza di ciò che dovrebbe conoscere molto bene, impone concetti di sport restrittivi e discriminatori? Qual’è il senso di certe scelte? Il soft air oggi ha un apparato organizzativo formale e normativo ben preciso: io stesso ho provveduto a stilare un Codice Etico, un Regolamento Tecnico ed un Regolamento Arbitrale che il CSEN ha approvato ed accolto senza riserve. Per questi testi non ho vantato una proprietà esclusiva né ho posto limiti alla loro fruibilità da parte di tutti, come si può accorgere chi entra nel sito che il CSEN ha offerto al Settore (www.csen-softair.it), dove, tra l’altro, fanno bella mostra più di 100 Associazioni Sportive Dilettantistiche che praticano il soft air, diffuse su tutto il territorio nazionale senza distinzioni né pregiudizi, tutte assicurate ed in regola con il tesseramento. E questo non è forse un modo corretto di sviluppare uno sport? Se pensiamo che poi, stiamo dando vita ad un Campionato Nazionale e ad una Didattica, il quadro mi pare completo. Insomma chi ha vietato alle “Api di Mare” di presentare la propria disciplina in un pubblico evento al pari di altri, perché non si è informato un po’ meglio prima non solo di esprimere la propria opinione, cosa assolutamente legittima e che nessuno avrebbe mai negato, ma soprattutto di usare un potere parimenti pubblico per sacrificare dei diritti garantiti a tutti? Eppure la risposta alle sue perplessità era già stata data e si trova ancora oggi nel certificato di iscrizione al Registro Nazionale delle ASD tenuto dal CONI: “ASD – API di MARE: n. reg. 53666 – Sport Praticato: SOFT AIR.” Legga bene chi ha detto che il soft air non è uno sport: di certificazioni come questa, nel Registro del CONI, cominciano ad essercene centinaia. Un saluto a tutti, quindi, e buona lettura, sperando che sia così, del mio non breve intervento in difesa del nostro sport.
Soft air war games