Mentre vi sto scrivendo il mondo della scuola è in agitazione. Professori, studenti, maestri e genitori, studenti delle superiori e dell'Università stanno mobilitandosi in tutta la Toscana contro la politica del governo che considera la scuola un costo e non una risorsa. Ho partecipato, lunedì a Firenze, alla grande manifestazione organizzata dai sindacati. E' stato un successo: oltre trentamila persone hanno espresso a chiare lettere il proprio no al sistematico attacco alla scuola pubblica. Famiglie con bambini insieme agli studenti che stanno occupando le scuole superiori, professori e maestre, tutti insieme, anche con i ricercatori e gli studenti universitari, decisi a non far passare un disegno che vedono come un attentato al loro futuro e allo sviluppo sociale ed economico del paese. La mia presenza al corteo ha avuto il significato di testimoniare la mia solidarietà e di quella della giunta regionale e di esprimere la contrarietà della Regione ai provvedimenti del governo. Ma oggi abbiamo aperto anche un altro fronte. Oltre a riportare la scuola indietro di vent'anni, le leggi del governo contrastano infatti con la competenza che la Costituzione affida alle Regioni, quella sulla programmazione delle sedi scolastiche. Non solo. E' di pochi giorni fa un ulteriore decreto che prevede per le Regioni che non si attengono, entro il 30 novembre, alle disposizioni emanate ad agosto dal governo, la sostituzione ad opera di un commissario ad acta. Uno schiaffo all'autonomia regionale e alla Costituzione che non accettiamo, un grave vulnus istuzionale oltretutto ad opera di un governo che a parole si proclama federalista. Per questo stiamo preparando il ricorso alla Corte costituzionale anche su questa parte dei provvedimenti governativi. Non è una semplice rivendicazione di principio: questi atti contraddicono una visione della scuola che ci sta a cuore. Noi abbiamo già fatto un'operazione seria di razionalizzazione delle istituzioni scolastiche, abbiamo però salvaguardato le piccole scuole dei Comuni montani e delle isole minori: queste scuole non possiamo misurarle in termini di voci in bilancio, sono piccole ma hanno un valore enorme dal punto di vista sociale, sono un presidio contro lo spopolamento e il degrado, un'opportunità di cultura e istruzione indispensabile per far sì che i cittadini della Toscana tutti, possano godere davvero degli stessi diritti. Noi queste scuole le vogliamo difendere e lo faremo in modo fermo, insieme a Comuni, Province e alle altre regioni, manifestando a fianco del mondo della scuola, nelle piazze, ma anche sforzandoci di aprire un dialogo in tutte le sedi possibili.
Gianfranco Simoncini