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Faccia di cota

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : giovedì, 16 ottobre 2008

Qualsiasi bimbo immigrato sotto gli otto anni si integra meravigliosamente (apprendimento lingua e capacità di seguire le lezioni) in poche settimane, purché ovviamente non lo si metta in una classe in cui l'unica lingua che NON si parla è proprio l'italiano. Cota e tutti i suoi pari sono tanto feroci quanto stupidi. Il buon senso (che non ha appartenenza politica: la testa di cazzisia è trasversale, diceva mio nonno) non è pravalso alla Camera, dove è passata la mozione della Lega, il cui capogruppo Roberto Cota ha dichiarato: "La mia proposta serve a prevenire il razzismo e punta a realizzare una vera integrazione". La mozione approvata con qualche mal di pancia dalla maggioranza prevede l'istituzione nella scuola dell'obbligo di classi riservate agli alunni stranieri che non parlano o parlano poco la nostra lingua, le «classi d'inserimento ». La mozione è passata tra le polemiche con una maggioranza di venti voti: 265 sì e 246 no e un astenuto dopo il cambiamento di alcuni termini per scongiurare una spaccatura nella stessa maggioranza. Il futuro ingresso degli studenti stranieri nelle scuole italiane potrebbe così avvenire attraverso nuove regole: test d'ingresso (magari mentre si prendono le impronte digitali, per non avere tempi morti) che, se non superati, vedranno l'inserimento in apposite classi che dovrebbero favorire l'apprendimento della lingua italiana, in vista del successivo ingresso nelle classi di serie A. Con questa logica si potrebbero riaprire le classi differenziali per i portatori di handicap (anche non conoscere la lingua lo è), o magari per quelli che non fanno religione: a tutta randa verso la coesione sociale, insomma, con il sublime risultato di abituare i nostri bimbi, all'esclusione invece che all'inclusione, a ritenere negativo il confronto con chi magari ti può insegnare qualche parola in francese o in cinese mentre gli si insegna l'italiano e insieme si apprende l'inglese. Non sarebbe stato meglio, invece che imporre ovunque il maestro unico, mantenere qualche insegnante di sostegno per la mediazione linguistica? Anche dal punto di vista finanziario si spenderebbe sicuramente meno con maggiori risultati.


bimbi granito

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