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A Sciambere delle agghiaccianti profezie

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : mercoledì, 15 ottobre 2008

Caro Sergio, Ti riporto uno stralcio del discorso di Piero Calamandrei pronunciato al III Congresso in difesa della Scuola nazionale, a Roma l'11 febbraio 1950. Più attuale che mai. Davide Solforetti "Facciamo l’ipotesi, così astrattamente, che ci sia un partito al potere, un partito dominante, il quale però formalmente vuole rispettare la Costituzione, non la vuole violare in sostanza. Non vuol fare la marcia su Roma e trasformare l’aula in alloggiamento per i manipoli; ma vuol istituire, senza parere, una larvata dittatura. Allora, che cosa fare per impadronirsi delle scuole e per trasformare le scuole di Stato in scuole di partito? Si accorge che le scuole di Stato hanno il difetto di essere imparziali. C’è una certa resistenza; in quelle scuole c’è sempre, perfino sotto il fascismo c’è stata. Allora, il partito dominante segue un’altra strada (è tutta un’ipotesi teorica, intendiamoci). Comincia a trascurare le scuole pubbliche, a screditarle, ad impoverirle. Lascia che si anemizzino e comincia a favorire le scuole private. Si comincia persino a consigliare i ragazzi ad andare a queste scuole, perché in fondo sono migliori si dice di quelle di Stato. E magari si danno dei premi, come ora vi dirò, o si propone di dare dei premi a quei cittadini che saranno disposti a mandare i loro figlioli invece che alle scuole pubbliche alle scuole private. A “quelle” scuole private. Gli esami sono più facili, si studia meno e si riesce meglio. Così la scuola privata diventa una scuola privilegiata. Il partito dominante, non potendo trasformare apertamente le scuole di Stato in scuole di partito, manda in malora le scuole di Stato per dare la prevalenza alle sue scuole private. […] Bisogna tener d’occhio i cuochi di questa bassa cucina. L’operazione si fa in tre modi: ve l’ho già detto: rovinare le scuole di Stato. Lasciare che vadano in malora. Impoverire i loro bilanci. Ignorare i loro bisogni. Attenuare la sorveglianza e il controllo sulle scuole private. Non controllarne la serietà. Lasciare che vi insegnino insegnanti che non hanno i titoli minimi per insegnare. Lasciare che gli esami siano burlette. Dare alle scuole private denaro pubblico. Questo è il punto. Dare alle scuole private denaro pubblico." Piero Calamandrei Caro Davide, Sai cosa mi è venuto da pensare? Alla distanza abissale delle due società: quella in cui fu pronunciata, come la chiami tu "l'agghiacciante profezia" di Calamandrei e quella che viviamo. Mi è venuto da pensare alla povertà diffusa di una scuola in bianco e nero, non solo per le rare foto che ne ritraevano dei momenti di vita ma per il colore dei grembiulini (nero quello dei maschietti, bianco le bimbe), alla più o meno dignitosa povertà diffusa, ai formaggini della Pontificia Opera d'Assistenza, al graffiare dei pennini sulle pagine bianche dei quaderni con la copertina nera, ai calamai riempiti dal bidello col calistro dell'inchiostro la mattina, ed al freddo becco di quelle aule che ti intorpidiva i piedi e anche le mani. Mi viene in mente la domanda di mio nipote matteo: "Nonno com'erano i computer di quando andavi a scuola te?" E "l'agghiacciante profezia" ha quattro anni di più delle mie prime aste tracciate faticosamente con la mano destra perché la sinistra era "la mano del diavolo". E non è la sola agghiacciante profezia che vediamo avverarsi, c'è pure di peggio, di molto peggio, c'è l'attacco alla Costituzione vagheggiato dal profeta nero, dal massone pidduista Licio Gelli e condotto dal suo adepto Berlusconi Silvio tessera 1816 che uno per uno sembra intenzionato a dare attuazione ai 53 punti del "Piano di rinascita democratica". E avrà buon gioco finché i democratici (quelli veri) non ritroveranno l'intelligenza e l'orgoglio dell'unità, non la vedo impossibile, ma lunga e dura sì. Però ho intravisto l'altro giorno in tv il titolo di un manifesto scritto a mano da alcuni studenti che protestavano: "E' SOLO L'INIZIO". mi sono un po' intenerito: era più o meno la traduzione del "Ce n'est qu'un début, continuons le combat!" di moltissimi anni fa, e un filo di speranza, proprio ragionando di scuola pubblica e della sua difesa, me l'ha data.


Piero Calamandrei

Piero Calamandrei