Torna indietro

Capoliveri: l'incuria per Campi Sportivi e Camposanti

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : mercoledì, 23 luglio 2003

Capoliveri è di questi tempi un paese sfortunato: in poco più di due mesi sono morte tante persone, alcune delle quali, secondo la legge della ruota che gira, avrebbero dovuto avere ancora molti giorni a disposizione. Per cui il cimitero è un luogo frequentato. Ma non rispettato. Transennato come al solito, ha visto nuovi crolli che mettono ogni giorno di più a repentaglio la sicurezza delle persone vive che vanno in visita ai loro cari morti. L’unico aspetto positivo è la cura dell’interno dovuta al lavoro di qualcuno che non era voluto. Il turista, quando non è custodito, lo usa come diurno e ci lava le macchine impolverate dalla calura e dalla siccità di questi giorni. E a poca distanza si consuma un’altra morte: quella del manto erboso del campo di calcio. Due anni fa abbiamo speso fior di milioni, centinaia, per impiantare un fondo d’erba al campo in terra battuta su cui giocavano e si allenavano i nostri ragazzi: l’erba, l’impianto di irrigazione, le cisterne dell’acqua, i costi di manutenzione. Ed ora via tutto, le spese richieste sono troppo alte, una trentina scarsa di milioni l’anno, l’acqua non va sprecata! (solo ora si sa ?, solo ora siamo diventati ecologisti ?), il manto in erba naturale viene sostituito da un campo in erba sintetica del costo irrisorio di 300.000 euro. Da 10 anni l’Amministrazione di Capoliveri promette un mega impianto sportivo polivalente al Gualdo; da 10 anni è uno dei cavalli di battaglia delle elezioni, anche delle prossime. Come gli 11 milioni di euro di opere pubbliche come il parcheggio di Zaccarì e il centro sociale di via Cavour, la ristrutturazione degli edifici scolastici, il riassetto idraulico dei fossi. Siamo uno dei peggiori paesi dell’Elba per attrezzature sportive, a parte il campo di calcio non abbiamo altro. E’ vero che si gioca meglio sull’erba, ma già dal primo intervento noi avevamo sostenuto che un solo campo in erba verde era una spesa inopportuna se non lo si affiancava ad un campo di allenamento in terra battuta, e poi mancano i servizi, gli spogliatoi dovrebbero essere doppi, nel caso volessimo cimentarci in un torneo. Il campo va avanti per la buona volontà e la mano d’opera gratuita dei volontari della società Unione Sportiva: l’Amministrazione dà soldi, ma non accetta consigli, abbagliata dalla mania di grandezza che caratterizza sempre i suoi interventi, spende e spande i nostri tributi per tutto quello che sembra grandioso, ma che invece è solo appariscente e rumoreggiante. Come il campo in erba naturale di due anni fa: tutta l’isola ne parlava. Come il campo in erba sintetica di oggi: tutta l’isola ne parla, forse anche per dire come si buttano i soldi quando si pensa di averne tanti. E pensare che Capoliveri – calcio, all’inizio degli anni ’90, ha dovuto emigrare a Porto Azzurro perché il nostro impianto non era regolamentare per il campionato che la squadra doveva disputare. Il sindaco, anche allora Barbetti, non collaborò minimamente alla risoluzione del problema, neppure garantendo quel minimo di soldi che ci avrebbero consentito di traslocare temporaneamente in un altro impianto. Forse, o sicuramente, perché all’epoca i suoi figli, e i figli di altri amministratori, non giocavano ancora a calcio. Ma i morti non parlano, non giocano e non votano ed è per questo che il cimitero rimane com’è: un soffitto in meno, un intonaco rovinato in più, una balaustra picchettata e transennata non fanno notizia e non sono neanche tra i nostri biglietti da visita pubblicitari per i turisti: nell’era dell’immagine, il rispetto per le persone che erano tra noi non è più roba per i nostri giorni. Del cimitero il sindaco e gli amministratori non si curano, malgrado in questi ultimi 5 anni tutti noi abbiamo dovuto scenderci spesso: forse perché qualcuno ha dichiarato di voler far sperdere le sue ceneri in mare. Ma come si farà, ora, con l’Area Marina Protetta?


capoliveri aerea

capoliveri aerea