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PEEP di Campo nell'Elba: Amadio (A.N.) si indaghi sui furbetti, i comuni controllino Legambiente dell'Arcipelago: finalmente se ne sono accorte anche le forze politiche

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : sabato, 11 ottobre 2008

Continua a montare il caso dei "disinvolti" Piani di Edilizia Economica e Popolare dei comuni elbani con Campo nell'Elba (ma anche Capoliveri) nell'occhio del ciclone. Una vicenda lanciata, o meglio rilanciata, da un servizio di Flavia Marimpietro durante la trasmissione Sabato e Domenica di Rai1 e che ha registrato ieri il pesante intervento dell'assessore della Regione Toscana alle politiche della casa Eugenio Baronti che ha parlato senza mezzi termini di "indignazione". Oggi si registrano due interventi di rilievo, il primo del Consigliere Regionale Marcella Amadio che riproduciamo qui di seguito: Marcella Amadio: subito una sottocommissione d'inchiesta «Subito una sottocommissione, all’interno della Commissione d’inchiesta sull’emergenza abitativa della Regione Toscana di cui faccio parte, per indagare sulle irregolarità perpetrate all’Elba sugli alloggi Peep». Questa la richiesta avanzata in Regione dal Consigliere regionale di Alleanza Nazionale Marcella Amadio (che è appunto membro della Commissione regionale d’inchiesta sull’emergenza abitativa) alla luce di quello che si configura come l’ennesimo scandalo legato alla vendita di appartamenti di edilizia residenziale pubblica a mo’ di case vacanza. Un illecito che se ne porta dietro un altro: quello delle residenze fittizie, con gli alloggi Peep a figurare da prima casa ma che poi rimangono chiusi per tutta la stagione invernale riaprendosi magicamente sotto il sole d’estate. «Non è la prima volta – ricorda Amadio – che all’Isola d’Elba si verifica il caso di alloggi Peep, ovvero di edilizia popolare riservata ai cittadini residenti iscritti in una graduatoria, venduti invece dalle agenzie immobiliari come case per le vacanze. E’ ora di mettere un punto alla situazione, e per questo pretendo che si svolga un’inchiesta che vada a fondo imprimendole una svolta definitiva». In Regione, certo, ma senza bypassare gli obblighi di controllo che hanno i comuni: «E’ giusto – incalza infatti l’esponente di An – che i comuni esplichino la funzione di vigilare sugli interventi finalizzati alla giustizia sociale. In questo caso si tratta di assicurarsi che gli alloggi di edilizia popolare siano consegnati a chi ne ha effettivamente bisogno e non al furbetto di turno che, economicamente ‘in carne’, li acquista per farne case per le vacanze». Anche i sindaci, insomma, hanno secondo Amadio le loro belle responsabilità: «Loro per primi, mediante i vigili urbani, dovrebbero promuovere controlli a tappeto sulle residenze, magari incrociando i dati delle utenze domestiche per verificare l’effettiva presenza o meno di persone negli alloggi. Del resto, in territori non vastissimi come quelli dei comuni elbani, non è impossibile effettuare controlli anche mirati, senza cioè disperdere energie. Se qualche sindaco avesse già proceduto in tal senso, anzi, sarebbe opportuno che rendesse noti finalmente i dati raccolti». Amadio non molla di sicuro: «Io pretendo chiarezza su questo scandalo», rincara. E ancora: «Addirittura, arrivo a ipotizzare l’intervento dei Carabinieri in caso sulla stampa locale dovessero essere ancora pubblicati annunci di vendita degli appartamenti di edilizia sovvenzionata, che dovrebbero invece essere riservati alle famiglie economicamente più deboli». «E’ impossibile – afferma ancora Amadio – continuare con questo vivi e lascia vivere da parte di alcuni sindaci elbani, con questo lassismo che tra l’altro produce danni alle casse comunali che scontano il mancato introito dell’Ici che, se non si paga sulle prime case, è invece obbligatoria sulle seconde. In questo modo è pur vero che l’illecito di avere senza titolo una casa Peep permarrebbe. Ora però gli illeciti sono due: si è data una casa a chi non ha titolo, e gli si è in più consentito di non pagare l’Ici. Mi domando cosa si aspetti a ripristinare la giustizia sociale». Curiosamente l'intervento della responsabile di A.N. coincide pressochè perfettamente con quanto esternato ieri dal Consigliere Gianluigi Palombi un "eretico" della destra, verso il quale l'Amadio in passato aveva lanciato più di uno strale, mentre chi ufficialmente rappresenta la destra a Campo nell'Elba, i fiduciari di A.N. sulla grave questione si tacciono. Ma capire la politica elbana ed i suoi intrecci non è sempre agevole, e pensare di spiegare cosa accade da questa parte del canale usando i parametri della geografia politica così come la si intende in continente può risultare fuorviante. E la giornata si chiude con una stoccatina di Legambiente che prende atto con soddisfazione della "presa di coscienza" ancorché tardiva delle forze politiche di un fenomeno il Cigno Verde ed il WWF avevano denunciato da tempo: Legambiente: «Siamo contenti che ora, anche se con un bel po' di ritardo, se ne occupino anche i politici» «Quello che sta emergendo sul Peep di Campo nell'Elba aggrava ancora la situazione: non solo si vendono case Peep sul libero mercato, ma chi le vende assicura l'ottenimento della residenza, che spetterebbe a comuni concedere, e dei relativi sgravi fiscali. Noi avevamo detto insieme al Wwf che quei Peep erano sovradimensionati: più di 250 appartamenti in un comune con migliaia di case sfitte e con un'emergenza abitativa quasi nulla. Il Piano è stato approvato senza che il centro-destra facesse troppe rimostranze. Quando si è cominciato ad assegnare le case dicemmo subito, insieme ai Verdi dell'Elba, che c'era qualcosa di molto strano. Nessuno ha fiatato. Poi abbiamo scoperto che gli appartamenti Peep erano sul mercato degli affitti estivi addirittura su E-bay e in vendita direttamente da parte delle ditte costruttrici e delle agenzie immobiliari. La stampa si è mossa e il bubbone è scoppiato. Siamo contenti che ora, anche se con un bel po' di ritardo, se ne occupino anche i politici» Ma anche qui non si puo fare a meno di notare che, Palombi e pochi altri casi a parte, le condanne più nette dei politici vengono dal continente, molto più "cauti" risultano i locali. Il fatto è che l'uso (e spesso l'abuso) del territorio elbano è stato e continua ad essere un colossale affare che ha generato interessi che hanno permeato forze politiche e compagini amministrative, ne hanno pilotato scelte e stesura di documenti fondanti. Tanto che affermare l'opportunità che del governo del territorio isolano oggi si occupi solo (o almeno prevalentemente) chi non ha diretti interessi, come sarebbe auspicabile sul piano etico, verrebbe giudicato come una pura bizzarria. Eppure se c'è (come c'è) da fare pulizia nella politica isolana proprio da questo lato occorrerebbe cominciare.


PEEP la pila Marimpietro

PEEP la pila Marimpietro