di Barbara Cremoncini Firenze - Sono aumentati i cittadini toscani che hanno un lavoro. Ma sono sempre di più anche coloro che si iscrivono ai centri per l'impiego. Nell'ultimo trimestre preso in esame dall'Istat e riferito al periodo aprile-luglio 2008, l'occupazione toscana è cresciuta del 2,4% rispetto allo stesso periodo del 2007 e anche rispetto al dato del trimestre precedente. Un segnale positivo, che colloca la Toscana al di sopra della media del centro nord (+1,2 Italia: +1,3% Centro Nord). Gli occupati sono 1.581.000, 36.000 in più dello stesso periodo del 2007. Il tasso di occupazione passa al 65,7 dal 65 dell'anno scorso. Come sempre, negli ultimi anni, a trainare la crescita dell'occupazione sono le donne: il tasso di occupazione femminile è salito al 56,5 dal 55,6 del 2007 (+3,1% contro il + 1,8%.maschile). Ma questo positivo aumento dell'occupazione, si accompagna ad un parallelo incremento della disoccupazione: è un dato solo in apparenza contraddittorio. In realtà ciò significa che per tutta una serie di motivi (crisi aziendali, necessità di far quadrare il bilancio familiare) anche persone che prima non lo cercavano attivamente, nel periodo preso in esame dall'Istat hanno cominciato a cercarlo. E sono stati quindi registrati come disoccupati. Risultato: il tasso di disoccupazione è salito al 5,2% ,dal 4% registrato nello stesso periodo dello scorso anno, appena di poco sotto al valore registrato nel trimestre precedente (5,4%). «Se il complessivo aumento dell'occupazione è sicuramente un buon segnale, che vede il modello toscano ottenere migliori performance di altre regioni - commenta l'assessore al lavoro Gianfranco Simoncini – la lettura combinata di questi dati mostra in maniera evidente che i riflessi della crisi cominciano a farsi sentire anche su un mercato del lavoro come quello toscano che, fino ad oggi, ha retto abbastanza bene. In particolare guardiamo con preoccupazione all'aumento dei disoccupati, non tanto per i livelli registrati, che restano attorno alla soglia del 5 %, quanto perchè è indice di una instabilità del sistema economico, instabilità che porta a conseguenze negative anche sulla qualità del lavoro». Un esempio di questa fragilità è il lavoro femminile. Le donne guidano l'aumento dell'occupazione, ma le donne sono anche le prime a risentire della crisi, ad essere espulse dal mercato del lavoro e a rientrarci in maniera precaria. Non a caso, il tasso di disoccupazione femminile è salito dal 5,5% al 7,9%. «Ciò rischia, alla lunga, di farci fare passi indietro rispetto al trend di crescita che, invece, deve consolidarsi per creare sviluppo». Un altro aspetto da tenere presente riguarda, nel trimestre, l'aumento della domanda di lavoro nell'industria: l'occupazione nel settore industriale rispetto al trimestre precedente è salita di 6,3 punti percentuali, segno di un nuovo dinamismo. Ad aumentare, infatti, è soprattutto la domanda nelle basse qualifiche, domanda intercettata in buona misura da forza lavoro straniera. «La lettura di questi dati - conclude l'assessore - ci incoraggia a continuare a potenziare le politiche intraprese con i fondi per il sostegno dell'occupazione femminile, per il consolidamento dei rapporti di lavoro a tempo determinato, per l'assunzione di lavoratori in mobilità e per i lavoratori atipici. A queste si aggiungono misure come la nuova legge per l'imprenditoria giovanile e i voucher per l'assunzione di neo laureati».
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