CONFERENZA NAZIONALE SULLE AREE NATURALI PROTETTE Per Legambiente sono positivi i risultati dei lavori, ma le conclusioni del Sottosegretario Tortoli sono insoddisfacenti e inaccettabili" "E' come se il sottosegretario Tortoli avesse partecipato ai lavori di un'altra conferenza, e non volesse prendere atto della realtà del sistema delle aree protette, senza curarsi minimamente del ruolo che hanno assunto le Regioni e gli stessi parchi e riserve in materia di tutela e di gestione delle aree protette in questi anni e pretendesse infine oggi, in piena riforma federalista, di fare del Ministero dell'Ambiente una sorta di Minculpop, uno strumento centralista degno più di uno stato sovietico che dell'Italia del 2003". Questo il commento di Fabio Renzi, responsabile nazionale aree protette e territorio di Legambiente a conclusione dei lavori della II Conferenza Nazionale sulle aree naturali protette che si è conclusa oggi a Torino. "Al contrario i lavori della Conferenza è - ha continuato Renzi - sono stati importanti e utili, a cominciare dall'intervento del Ministro Alemanno che, molto più acutamente di Tortoli ha colto le potenzialità insite nel binomio agricoltura di qualità e aree protette. Importante e positivo il ruolo della Regione Piemonte, che a differenza di altre che hanno brillato per la loro assenza, ha chiesto esplicitamente un consolidamento della politica di protezione della natura e di quanti hanno partecipato ai lavori dei gruppi tematici. E' stato un lavoro utilissimo anche in vista di quanto farà la commissione di esperti che proprio il Ministero dell'Ambiente dovrà predisporre per affrontare i lavori previsti dalla legge delega in materia di aree protette. Tre giorni di discussione che hanno fatto emergere una realtà, quella delle aree protette italiane, sana e vitale, ben avviata verso un processo di proficua integrazione con gli enti locali e le amministrazioni provinciali e regionali, una realtà che dimostra giorno per giorno che politiche di tutela e di sviluppo sono in atto da tempo nel nostro Paese. Il sistema delle aree protette - ha continuato Renzi - è in realtà molto più avanti della raffigurazione caricaturale che qualcuno ancora pretende di dare. Chiediamo pertanto - ha concluso Renzi - che il Ministero dell'Ambiente dia seguito agli indirizzi che sono scaturiti dai lavori di questi tre giorni e accolga le richieste avanzate dagli enti gestori delle aree protette contenute nel documento di Federparchi e a quanto è stato elaborato dai gruppi tematici, per rilanciare con forza, con le Regioni, gli altri organismi istituzionali, le forze sociali ed economiche del territorio, la politica di tutela e gestione delle aree protette nel nostro Paese". ___________________________________ GLI EFFETTI AMBIENTALI DEI PIANI STRUTTURALI DEI COMUNI DELL'ARCIPELAGO Ne tratta il Commissario del PNAT Ruggero Barbetti in una nota inviata alla Regione Alcuni piani strutturali dei Comuni facenti parte del Parco Nazionale Arcipelago Toscano sono stati approvati ma molti sono ancora in corso di approvazione. Come è noto il Piano Strutturale è il luogo delle grandi scelte di riorganizzazione territoriale, della definizione delle relazioni di area vasta; è il quadro programmatico dell'azione politica per lo sviluppo e la tutela del territorio di lunga durata. Da ciò risulta evidente che le scelte strategiche di programmazione e di politica urbanistica i cui riflessi e ricadute sull'ambiente avvengono nel lungo periodo, sono nella formazione del Piano Strutturale. Le specificità del Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano, costituite dai caratteri fisici delle aree interessate, dalle frammentarietà e non continuità delle stesse, dai rilevanti valori naturalistici presenti, dalla fragilità ambientale, dalla mancanza di “aree contigue” di protezione, dovrebbero indurre a valutare, a mio parere, gli effetti ambientali connessi alle scelte programmatiche dei Piani Strutturali relative ai Comuni Elbani nel loro complesso, e non solo alle aree ricomprese all'interno del Parco Nazionale Arcipelago Toscano, ma a tutto il territorio. Infatti ogni “azione” programmata esternamente al Parco, inevitabilmente, anche in relazione alle caratteristiche dello stesso come sopra evidenziate, produce ricadute ed effetti ambientali all'interno del Parco e, sicuramente la somma delle azioni entro e fuori del Parco non sempre producono effetti ambientali sostenibili, anche se altresì verificate singolarmente. Ciò risulta evidente quando, ad esempio, si analizzano gli aspetti della avifauna. Infatti tutto l'Arcipelago Toscano è individuato come IBA, (codice IT 056), ovvero un'area importante per l'avifauna in Italia, e sicuramente la protezione e la tutela della stessa non può prescindere anche dalle scelte effettuate al di fuori del Parco Nazionale Arcipelago Toscano. Per questo riterrei necessaria una valutazione integrata delle previsioni e degli effetti ambientali complessivi dei Piani Strutturali dei Comuni Elbani sia all'interno che all'esterno delle aree del Parco Nazionale Arcipelago Toscano.