La XVI legislatura, nelle intenzioni espresse dal governo e dal Parlamento, si propone di essere una “legislatura costituente”, che si pone l’obiettivo di sciogliere i nodi rimasti in materia di riforme istituzionali per costruire un quadro di riferimento stabile, snello, moderno ed efficiente della Repubblica, che valorizzi i soggetti che oggi la costituiscono: i Comuni, le Province, le Città metropolitane, le Regioni e lo Stato, e nel contempo realizzi il federalismo fiscale che rappresenta, per diversi aspetti, una pagina “bianca” della nostra storia repubblicana, che attende ancora di essere scritta in modo da attuarne compiutamente presupposti e potenzialità. Sciogliendo questi nodi si darà attuazione ai principi di autonomia e sussidiarietà della Costituzione per procedere ad un riordino delle istituzioni, con una chiara definizione dei ruoli di ciascun livello di governo per semplificare effettivamente la pubblica amministrazione e allo stesso tempo, completare il processo di riforma per trovare un assetto costituzionale finalmente condiviso sul quale fondare una prospettiva di rilancio dello sviluppo del Paese. In questo quadro, va collocato il dibattito avviato dalle rispettive maggioranze nei Comuni di Rio Marina e Marciana Marina, una risposta seria e credibile per contemperare semplificazione istituzionale e contenimento della spesa pubblica. La proposta di accorpare in tre comuni, gli attuali otto è una sfida che territorialmente oggi dobbiamo affrontare, in quanto contempera due principi importanti: la semplificazione, in quanto si passerebbe dagli attuali otto comuni a tre e la gradualità, in quanto la proposta di un comune unico, a mio avviso, di più complessa realizzazione, corrisponde ad un “queta non movere” quindi alla certezza di rimanere impantanati per anni in uno dibattito asfittico, che con tutta probabilità porterebbe ad un nulla di fatto. Trovo corretto anche il metodo con il quale i Consigli comunali di Rio Marina a Marciana Marina, stanno discutendo questa scelta, in quanto oltre a valorizzare l’autonomia normativa e organizzativa degli enti si parte dal basso e soprattutto vengono previsti anche strumenti di partecipazione popolare, fondamentali quando riguardano comunità locali di queste dimensioni. In conclusione credo che quello che sta accadendo in questi due comuni vada nella direzione del dibattito in corso nel nostro Paese, richiesto oggi dalla stragrande maggioranza dei cittadini e cioè di ripensare gli organi di governo in tutti i livelli istituzionali, ridurre il numero dei componenti e i costi della politica, valorizzare la funzione e il peso politico ed istituzionale delle assemblee elettive, insomma una azione politica forte e innovativa in linea con le richieste dei cittadini.
Maurizio Zingoni