Il 22 settembre 2008 l’Elba ha celebrato con profonda commozione il dramma dell’affondamento dello Sgarallino. L’evento sconvolse gli elbani che ancora oggi si sentono partecipi ricordando i defunti, civili e militari, scomparsi fra le onde e la straziante sofferenza dei superstiti. Il piroscafo Andrea Sgarallino, varato dai Cantieri Orlando di Livorno, con una stazza lorda di 730,58 t. era lungo 59,36 mt. e largo 8,62. Disponeva di una macchina alternativa a vapore a triplice espansione di 925 HP, alimentata da due caldaie a carbone. Poteva navigare con una velocità di crociera di circa 12 nodi. Il nome gli fu assegnato per ricordare il colonnello Andrea Sgarallino, livornese e patriota italiano, che partecipò col generale Garibaldi alla spedizione dei Mille. Nel 1930 iniziò, per conto della Società Anonima Navigazione Toscana, il servizio civile di trasporto passeggeri e merci. Agli inizi del 1940 il piroscafo, che navigava per servizi di linea nell’Arcipelago Toscano, fu requisito dalla Regia Marina che lo iscrisse nei ruoli delle navi ausiliarie dello Stato Italiano con la sigla F.123, dopo aver fatto alcune modifiche allo scafo e installato due cannoncini antiaerei. Dopo l’ 8 settembre 1943, a seguito dell’armistizio con gli Alleati e della fine dell’alleanza militare con la Germania, fu requisito dalla marina tedesca per il trasporto di truppe e materiali. Successivamente, qualche giorno prima della tragedia, il piroscafo, obbligato a inalberare la bandiera della marina germanica, riprese la linea Piombino-Portoferraio per il trasporto civile di passeggeri, viveri e posta facendo rinascere le speranze di una migliore sopravvivenza per gli abitanti dell’isola d’Elba. Il piroscafo Andrea Sgarallino, comandato dal STV. Carmelo Ghersi, fu affondato il mattino del 22 settembre 1943 a circa un miglio dalla costa dell’isola d’Elba, nelle acque di Nisporto, colpito da due siluri lanciati da il sommergibile HMS “Uproar” della Royal Navy comandato dal TV L.E. Herrik. Perirono più di trecento persone innocenti con solo quattro superstiti tra cui Stefano Campodonico, fuochista di bordo, dell’isola del Giglio. Oggi il relitto si trova, spezzato in due, adagiato sui fondali fra scogli e fango, a circa 66 metri, nel punto Lat. 42° 50’ N - Long. 010° 21’ E . La commemorazione ufficiale delle vittime è avvenuta a Portoferraio il 22 settembre scorso. La giornata è stata intensa con profonde emozioni e tristi ricordi. Nel pomeriggio, con inizio alle ore 18.30, il Sindaco Roberto Peria, in presenza di autorità civili e militari fra cui il Comandante della Capitaneria di Porto di Portoferraio C.F. Nerio Busdraghi, ha ricordato i tragici momenti isolani del 1943. Successivamente don Giorgio Mattera, parroco, ha celebrato la S. Messa nella Chiesa di San Giuseppe magnificando l’intera cerimonia con parole semplici e struggenti. La visita alla Cappella dedicata al sacrificio della vita sul mare e ha permesso una più intensa partecipazione. Il suo ambiente, voluto e arredato da don Giorgio Mattera con stile marino e presenza di cimeli storici, da oltre dieci anni è un luogo sacro con uso liturgico che onora tutte le vittime del mare. Intensa è stata la partecipazione dei cittadini elbani che persero, con l’affondamento dello Sgarallino, parenti ed amici. Lo stesso Don Giorgio Mattera perse lo zio e un cugino. Molti, soprattutto campesi, ricordano ancora Giovan Battista Baldetti, Giuseppe Cetica, Salvatore Locci, Vittorio Battaglini, Michele Ricci, Gina Nelli, Angelo Baldetti, Egisto Nelli. Commovente è stata la benedizione della targa ricordo e del cimelio del nome in bronzo del piroscafo le cui lettere A-N-D-R-E-A S-G-A-R-A-L-L-I-N-O hanno ancora le incrostazioni causate dalla lunga giacenza sul fondale marino. Nel 1962 le lettere furono recuperate direttamente dal relitto, nello specchio di poppa, dall’Impresa Fratelli Lertora, ed in particolare dai palombari Virgilio e Giovanni Lertora. Il nostromo Giovanni Paolini detto “Nanni”, cognato di Giovan Battista Baldetti morto al timone del piroscafo, volle fortemente il recupero come missione di vita. La targa è un cimelio storico di grande valore. Il vescovo S.E. Mons. Giovanni Santucci ha comunicato, attraverso il parroco, di non poter essere presente alla commemorazione per un suo inderogabile pellegrinaggio a Lourdes ed ha inviato a tutti la sua particolare benedizione. L’assessore al Comune di Portoferraio, Nunzio Marotti, ha presentato la sua composizione poetica vincitrice del Premio Letterario Capoliveri 2008 “Un amore strappato” che inizia con le tristi parole “Sprofonda e soffia, nove e quarantanove, lo Sgarallino”. Le rappresentanze dell’ Associazione Nazionale Marinai d’Italia, sezioni di Portoferraio e Campo nell’Elba, con la loro presenza, hanno voluto onorare le vittime con un picchetto d’onore offrendo anche dei doni a favore dei poveri e delle persone disagiate della parrocchia. Il ritorno al passato, dopo 65 anni, ha fatto rivivere intense emozioni e fortificato nell’animo di tutti la triste memoria e l’amore per la vita con la speranza che mai più possano avvenire tragedie simili originati da odio, egoismo e spirito di sopraffazione. La celebrazione degli avvenimenti del ’43 ha permesso di meglio comprendere il senso della vita con i profondi valori e i grandi ideali necessari per l’affermazione di una società nazionale giusta e sicura col suo continuo progredire nel suo percorso di pace.
sgarallino in darsena porta a mare