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Controcopertina - Moneglia, come si scippa una medaglia

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : giovedì, 25 settembre 2008

Sono le 15,30 di un pomeriggio nuvoloso a Moneglia, un tranquillo paese rivierasco. Oggi, 21 settembre, sotto un cielo un po’ incerto sta per partire la finale seniores del campionato nazionale di canottaggio a sedile fisso.Vengo dall’Elba, ho un figlio qui che voga su una delle 7 barche dell’isola iscritte al campionato E’ un bello sport questo, vero, sano, fatto di sudore , di fatica quotidiana, che vuole un allenamento cocciuto e ossessivo. Uno sport pulito, dove il doping è una barretta di cioccolato e frutta secca e la droga pesante è la crostata fatta dalla moglie dell’allenatore. Sono contento e fiero di mio figlio che è lì in barca a misurarsi con altri ragazzi come lui, che hanno sudato per arrivare fino qui. Stamani il suo equipaggio ha vinto la semifinale davanti ad una barca ligure dal look simpatico, sulla fiancate ha la sagoma di un grosso squalo verde formata dalle lettere che compongono il nome della squadra, “Fezzano”. Hanno avuto un problema,in mattinata: avevano montato i sedili sfalsati ( non è ammesso dal regolamento) e hanno dovuto rimontarli in centro. A dire il vero lo sapevano, avevano fatto così anche ieri, ma insomma ora siamo qui e le barche sono partite. Si vede subito che la gara è fra noi e loro, gli squali verdi che al terzo lato ci affiancano e ci sorpassano di poco, quel tanto che basta a tagliare poi il traguardo prima di noi. Peccato! Una bella gara, comunque, con tempi decisamente buoni ,tirata fino in fondo quindi onore ai vincitori ! E’ quello che dico a mio figlio, agli altri ragazzi, al capovoga che piange, a quelli che hanno ancora un po’ d’energia per arrabbiarsi. “ E’ giusto così, sono stati più forti” dico ma una voce mi smentisce :”Si, belìn, ma con quei cuscini…” Chi ha parlato, uno sconosciuto spettatore, mi indica la barca biancoverde “Vada a vedere…” I “cuscini” ci sono e sono degli attrezzi seri, fatti bene. Dei sandwich a quattro strati di gomma piuma e plastica sicuramente irrigiditi all’interno, perché stanno belli stesi, aggeggi così sono come dei carrelli, altro che sedile fisso! Basterebbero comunque le dimensioni a dichiararli irregolari, a occhio saranno almeno sessanta per quaranta e io di mestiere faccio l’artigiano, mica il farmacista, coi centimetri ( e anche coi millimetri) ci lavoro tutti i giorni. Anche lo stazzatore che trascino a vederli, un signore grasso come me e dall’aria paciosa, lì per lì mi dà ragione: non sono certo trenta per quaranta.Non li misura, è vero, ma per uno che è addetto alle verifiche di pesi e misure un’occhiata è sufficiente. Si allontana infatti per avvertire chi di dovere. Poi la situazione precipita, invece di arbitri e giudici arrivano i vogatori che,malgrado le mie proteste, portano via in tutta fretta i loro attrezzi. Intanto la contestazione è ufficialmente stata inoltrata e torno al gazebo del Fezzano in compagnia dello stazzatore nel vano tentativo di recuperare un “cuscino”. Arriva però l’allenatore“Tutto bene ragazzi, ho parlato col presidente, ora mettiamo tutto a posto,i campioni siamo noi !” E, dopo l’ululato di gioia, si rivolge a me e garbatamente “Lei è un dirigente? No? Allora fuori dal cazzo!” L’epilogo, dopo una specie di inchiesta farsa in cui è stato chiesto al Fezzano di esibire un tappetino da misurare, che ovviamente era piccolo e innocente come un bavagliolino da neonato, è stata la premiazione dopo qualche inutile sfogo verbale. Cosa resta? L’amarezza di aver visto crollare l’idea di uno sport pulito.In fondo quei vogatori che hanno fatto carte false per avere una medaglia non sanno ancora cos’è lo sport e probabilmente non lo sapranno mai. Si sono comportati come gladiatori in una specie di sfida di campanile dove ogni astuzia è ammessa pur di portare a casa il trofeo.Lo sport è un’altra cosa, è un’attività puramente simbolica.L’atleta che corre,nuota o salta insegue solo un ideale di perfezione, cerca di essere sempre migliore nell’ impresa ginnica che affronta.Fingere di aver raggiunto un risultato , inscenare una truffa per farlo credere, dal punto di vista sportivo è una cosa patetica e penosa. Ma in fondo probabilmente ci siamo sbagliati noi a credere che i Famosi Campionati Nazionali fossero davvero una manifestazione sportiva Se, come sembra, si tratta di una sagra del gozzo ligure, dove noi elbani e pochi altri veniamo a dare un tocco esotico allo spettacolo, forse è il caso di riconsiderare l’opportunità di una nostra futura partecipazione . Viene anche da pensare che le Topoline di Marciana sono riuscite a vincere anche quest’anno perché sono talmente forti che ,per batterle, o le buttano giù con la mitragliatrice o altrimenti anche coi trucchetti non è possibile vincerle. Perché, visto quello che si è visto, chissà se anche lì, su qualche barca femminile…? Pensate che esageri , che la passione mi faccia stravedere?Beh, volendo potete giudicare coi vostri occhi perché una testimonianza del raggiro c’è. Basta andare sul sito ufficiale della federazione (www.ficsf.it.)e cliccare “galleria fotografica”C’è la foto dell’equipaggio vincitore, festanti dopo l’arrivo.Tutti indossano il pannolone ma quello del primo remo è così dettagliatamente visibile che se ne può valutare anche lo spessore. Quanto alla lunghezza, visto che non è proprio ascellare ma è parecchio alto in vita e arriva giù fino almeno a mezza coscia, dato che il rematore è un costolone alto più di uno e ottanta il conto è presto fatto.Se qualcuno di voi è disposto a credere che sia non più dei regolamentari 30 x 40 centimetri mi contatti che gli vendo subito la Fontana di Trevi. Naturalmente i signori in giacca blu hanno altro da fare che visionare le foto del loro stesso sito. Compiti più alti li attendono ,forse scrivere nuovi regolamenti, tanto qualche fesso che li rispetta si troverà.


regata palio remiero

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