Proverbi e nostalgici 1) I proverbi Come tutti, almeno credo, ho avuto due coppie di nonni. Quella paterna molto austera della quale mi sono rimasti pochi ricordi ed un bastone di malacca con impugnatura di corno ed una fascetta d’oro con incise le iniziali del nonno, che sono anche le mie, ed una data 1936. L’altra coppia era più vivace. Lui ex ufficiale della marina militare, metteva la divisa ad ogni festa nazionale e faceva una gran bella figura. Alto ed eretto, con gran naso e due baffi bianchi assomigliava moltissimo ad un attore inglese al quale facevano sempre fare le parti del vecchio ufficiale, appunto, o del nobile di campagna o dell’austero maggiordomo. A me piaceva molto stare con lui perché mi raccontava, credo con un po’ di fantasia, storie di mare e di marinai. La nonna era una donnina che aveva sfornato sei figli, mi dicono al ritmo di uno per ogni ritorno di missione oceanica e non aveva molto tempo per frequentare la buona società come il marito. E qui ci risiamo perché è il momento, se non avete smesso prima di leggere, di sbuffare contro questo presuntuoso che parla di se come se la cosa avesse un qualsiasi interesse. E’ vero ma non sapevo come trovare il cappello a quello che doveva essere il tema di questo articolo Allora mi è venuto in mente che mia nonna era famosa per i proverbi, quelli che una volta venivano definiti la saggezza dei popoli. Tra quelli c’era uno tra i più articolati che diceva così: “Mi sa ma il garbo è brutto, disse il rospo che vide far la punta al palo”. Si adattava al tempo quando minacciava pioggia, o al marito che tornava imbronciato o a quel figlio che non mostrava volentieri la pagella, ecc. ecc. 2) I nostalgici Ebbene si, credevo fosse una spiritosaggine di qualche amico buontempone ma è arrivata la conferma. Un articolo dettagliato su La Stampa del 24 settembre titolato “Gli irriducibili nostalgici del Papa-re”. Viene descritta la cerimonia quasi funebre per ricordare i caduti papalini, immagino guardie svizzere, citati uno per uno dalla voce stentorea, non può essere diversamente, visto che chi citava era un ex generale ex parà ma attuale consigliere del sindaco Alemanno. A proposito ma è diventata un’epidemia questa mania di commemorare i caduti della parte sbagliata? D’altra parte l’ex generale ex parà e attuale consigliere, ma che gli consiglia? dei lanci?, non voleva deludere il principale ma ricalcarne le orme. Poi sarei curioso di sapere i nomi dei citati che probabilmente dovevano l’eroica morte ad un cumolo di calcinacci, colpevoli, i citati, di non essersi scansati in tempo dal crollo della breccia di Porta Pia. Interessanti invece i nomi dei presenti alla commemorazione che non sto a ricordare dato chè mi rimane difficile scriverli. In genere, noi umani abbiamo un nome solo e un cognome altrettanto solo ma quelli avevano un albero genealogico nel biglietto da visita. Però non posso trascurare l’Ombretta Fumagalli Carulli che la ricordo a Milano consigliere o, forse, assessore democristiano che credo avesse come massimo impegno quello di accordare i suoi foulard al colore degli occhi azzurrissimi e sempre sbarrati. Poi c’erano i fascisti come Pino Rauti, suocero di Alemanno, a rieccoci!, dimentichi di aver avuto tra i loro predecessori un Farinacci che suggeriva al Duce che l’opera più importante che poteva costruire il fascismo, per farsi ricordare nei secoli, era quattro enormi ruote da porre sotto il Vaticano, spingerlo fino a Ostia, e poi buttarlo in mare. Comunque c’è poco da ridere perché, su questa scia di revisionismo ossessivo, oggi a Sanremo su un grosso contenitore è apparsa la scritta “Ebrei assassini”. Sarà un caso? o un palestinese, ma non credo. Ieri Angela è capitata nell’ascensore di un grande magazzino dove insieme a lei, e spintonandola, sono entrati sei ragazzi vocianti con maglie nere ornate di teschi e scritte gotiche e lei ha avuto paura. Ecco perché ……il garbo è brutto! Vinci Caro Vincenzo Ho piratato il tuo delizioso scritto trasformandolo in un "A Sciambere" non autorizzato, trovando che spiegava cosa pensavo sull'argomento meglio di quanto avrei potuto fare scrivendo direttamente. Il problema è che questi giorni propongono a noi rospi una moltiplicazione inusitata di pali a cui stanno facendo la punta, quando qualche settimana fa ho appreso che alcuni giovani coglioncelli se ne stavano in un'auto parcheggiata davanti ai giardini delle Ghiaie dove si teneva un succedaneo di quella che era un tempo la Festa dell'Unità, ed eroicamente ascoltavano una "faccetta nera" diffusa dallo stereo ho avuto paura anche io, ma era un po' diversa dalla paura di Angela. Ho avuto paura per loro, per quei fessacchiotti che purtroppo rappresentano anche il nostro futuro, e che non hanno capito che quelli con la faccetta nera sono tanti, grossi e sempre più incazzati e (occhio a quanto è accaduto in Campania qualche giorno fa) progressivamente sempre meno disposti a fare i rospi a cui è destinata la punta del palo, o più sfacciatamente da bersaglio dell'ombrello di Altan. L'occidente ed in particolare l'occidente straccione nel quale stiamo rapidamente precipitando, o si rende conto che è necessario venire a patti con la miseria altrui, che è necessario un riequilibrio delle ricchezze ed una fusione con quanto proviene dal sud del mondo o si perde, perché, se cerca lo scontro con chi è disperato e non ha nulla da perdere, prima o poi ne uscirà con le ossa rotte. Mentre noi assistiamo alle imprese di un governo da operetta con le kellerine diventate ministre e ci indignamo (giustamente) per un povero cristo morto sprangato perché nero, è in atto un genocidio di neri, gialli, olivastri: centinaia, forse migliaia di persone che crepano nel mare nostrum solo tentando di approdare in questa parte del mondo. Continuiamo così e la punta al palo incominceranno a farla loro, se non la stanno già facendo.
rospo