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A Sciambere della Croce

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : mercoledì, 24 settembre 2008

Un mio articolo pubblicato la scorsa settimana su internet e strumentalizzato, ha innescato un “putiferio” sui revisionismi di destra e poi di sinistra. Nell’articolo sostenevo che sia Lenin che Mussolini, a prescindere dagli incontestabili crimini certificati dalla Storia, avevano materialmente e positivamente edificato i rispettivi Paesi, e definivo Mussolini “capace manager pubblico” proprio per rimarcare l’ambito tecnico del giudizio, non politico. Questa tesi trova oggi clamorosa conferma in un articolo de “La Stampa”, certo giornale non di destra: “Il duce? Un bravo architetto . Comuni di destra e sinistra si alleano per rivalutare il Razionalismo”. Vi si spiega a pagina intera che in tutta Italia, abbandonate sterili dispute ideologiche, Comuni ed Università si “consorziano” in iniziative per rivalutare quanto è sotto agli occhi di tutti: a volte intere città nuove costruite dal fascio: Latina, Sabaudia, Aprilia, Pontinia, Pomezia, Segezia, Tresigallo…..E’ bene sottolineare che il direttore del giornale, il toscanissimo Giulio Anselmi, è dichiaratamente di sinistra, al pari di molti Sindaci, assessori, professori, storici ed architetti che aderiscono all’iniziativa. E che l’articolo premette: “Sono anni che alcuni studiosi, tra cui chi scrive, si battono perché all’espressione cultura fascista vengano tolte delle irridenti virgolette; ma questo non significa affatto sdoganare il fascismo….Significa però riconoscere che, negli anni fra le due guerre c’è stata – nel bene e nel male – una politica della cultura, e parecchio di quello che si è prodotto (arti figurative, architettura e urbanistica, editoria, ricerca) non è da abbandonare alla damnatio memoriae”. E ancora: “Giorgio Frassinetti…..è un esempio vivente di romagnolo di sinistra DOC, ma non per questo vuole dimenticare i monumenti costruiti sotto il regime”. Miglior conferma della non ideologica verità di quanto da me sostenuto non avrebbe potuto esserci, e fortunatamente ”La Stampa” è uscita una settimana dopo il mio intervento. Non sarebbe dunque ora che certi intellettuali elbani “di sinistra” guardassero all’esempio di molti loro autorevoli colleghi? Stefano Martinenghi A nostro parere non è casuale che l'articolo apparso su La Stampa segua di una settimana le esternazioni martinenghiane, è anzi assai probabile che il direttore Giulio Anselmi (noto bolscevico come giustamente ci ricorda il nostro) da attentissimo lettore di Elbareport quale è, abbia tratto diretta ispirazione dagli illuminanti articoli del pensatore meneghin-fetovaiese senza i quali francamente non sapremo perché vivere. Solo, al solito, si sa come sono truffaldini gli intellettuati anarco-comunisti come Anselmi, non ha citato il seme primo della sua riflessione. Passando di palo in frasca anche se ci pareva evidente, poichè c'è stata richiesta, forniamo la spiegazione della immagine che corredava l'ultimo "Tutto il Martinenghi minuto per minuto" e che riproponiamo oggi, da altra inquadratura, che ritrava il Topino di San Piero che si sottoponeva ad una pratica penitenziale: avevamo tentato una rappresentazione fotografica del noto adagio "ciascuno ha la sua croce". A noi elbanesi è toccato il Martinenghi, in versione prima legaiola, poi forzitaliota ora civiltaitanianese e chissà cosa ci riserva il futuro, chissà ... Speriamo solo che ci valga come "indulgenza" quando dovremo fare i conti con il Padreterno una così lunga sopportazione.


processione venerdì santo san piero 2006 7

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