Per fornire un elemento conoscitivo ulteriore sulla vicenda marinese della cosiddetta “pedana” del Cotone, pubblichiamo una immagine “rendering” (simulazione fotografica) realizzata da chi ha progettato l’opera. L’immagine (ce ne scusiamo con i lettori) non è chiarissima, ed inoltre, per capire quale sarebbe il reale impatto visivo della struttura occorre pensare alla installazione delle protezioni di Plexiglass e le altre attrezzature necessarie per lo svolgimento delle attività di ristorazione. Ma quello che già si può scorgere (indipendentemente dalla valutazione di opportunità e, dopo la nota della minoranza, perfino della competenza concessoria, visto che non è chiaro se la terrazza lignea insisterebbe su demanio comunale o marittimo) è che l’ingombro sarebbe rilevante, più o meno quello di un medio appartamento. Di conseguenza non è proprio opportuno (comunque la si pensi) minimizzare una questione che non è minima. Non lo è paesaggisticamente, non lo è neppure sotto un profilo economico. Va infatti da sé che la concessione e la realizzazione della struttura si tradurrebbe in un notevolissimo implemento di valore della attività commerciale che ne andrebbe a fruire, che ci pare godrebbe pure di un nuovo vantaggio rispetto alle attività concorrenti. Papale-papale non crediamo che avere a disposizione una terrazza sul mare nuova di pacca in uno dei punti più panoramici dell’Elba, farebbe schifo a nessun operatore della ristorazione, ed il fatto che chi intravede la possibilità di fare un eccellente affare spinga in questa direzione è più che comprensibile. Ma è ugualmente comprensibile (e deve essere accettato) che ci sia chi giudica paesaggisticamente o anche solo commercialmente inopportuna ed ingiusta quella concessione. Punto. Sarebbe forse meglio informarsi, su questo come su altri fronti marinesi, un confronto più pacato e più serio, sui fatti, sulle leggi, sugli atti e sulle cose, meno condito di partigianerie, di legittimazioni o delegittimazioni aprioristiche.
terrazza Cotone rendering