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WaterFront secondo noi, Chiara Casarosa ed Arcipelago Libero

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : venerdì, 19 settembre 2008

Chiara Casarosa ha pubblicato sul Blog "il Vicinato" di Lorenzo Marchetti un intervento forse dal taglio un po' campanilista, ma che comunque è opportuno leggere: "Waterfront, ovvero una grande operazione di riordino urbanistico del golfo di Portoferraio dove si punta sullo sviluppo cantieristico e artigianale, su un nuovo porto-pescherecci col mercato del pescato e servizi vari, su un nuovo albergo e una piscina con annessa beauty-farm, sul polo commerciale di prodotti nautici e uno yacht-club. Il sindaco Peria presentando il progetto ha detto: «quello che vogliamo costruire è un grande progetto elbano». Questo «grande progetto» avrà, innegabilmente, una ricaduta (di che tipo?) sull’intera l’economia dell’isola, e allora una domanda sorge spontanea: tutto questo accentuerà lo sviluppo economico su Portoferraio? Già ora si percepisce come le molteplici attività sorte nella zona delle Antiche Saline abbiano messo in ginocchio il commercio degli altri paesi dell’isola dove i negozi aprono (per lo più) solo nei mesi estivi. Altrettanto è avvenuto a causa della concentrazione su Portoferraio dei più svariati servizi alle imprese e alla persona, nonché di tutte le scuole superiori. Da Pomonte a Cavo, escluso Porto Azzurro (solo grazie al carcere), gli altri paesi dell’isola rischiano di mutarsi (sempre più) in tristi quartieri dormitorio. Io la penso così". L'intervento di Chiara Casarosa era stato preceduto da un documento elaborato da Arcipelago Libero sullo stesso tema dello Water Front (che sarebbe il caso di chiamare col nome meno esterofilo di "riassetto costiero-portuale del golfo di Portoferraio", meno sintetico ma pure più descrittivo e meno fumoso. Arcipelago Libero produce anche degli elaborati con delle proposte complessive (anche in ordine alla gestione del traffico nell'area retroportuale portoferraiese), sulla la validità dei quali non ci pronunciamo non avendo competenze tecniche specifiche (pur se ci sembra un po' troppo massiccia la previsione di pennelli galleggianti particolarmente quello maxi della Darsena Medicea), ma che ci pare ispirata da una "filosofia" assolutamente condivisibile: usare in funzione di approdo turistico una più vasta area portuale (quella prospiciente Calata Italia) creando con prolungamenti e nuovi moli altri punti di attracco per i traghetti: La proposta sul porto di Portoferraio secondo Arcipelago Libero deve essere interpretato come la difesa economica della città utilizzando la struttura commerciale esistente. "Non è concepibile - vi si legge - costruire nuovi impianti commerciali che distolgono l’afflusso turistico dal vero polo di attrazione: “ La città di Cosimo con le sue fortezze e la splendida darsena”. Lo sforzo di un’amministrazione deve mirare (principalmente e aldilà di ogni dubbio) agli interessi della sua comunità, favorire lo sviluppo economico e la qualità della vita di tutti i suoi abitanti. Non è pensabile favorire nessuno, è auspicabile al contrario, migliorare le strutture esistenti adeguandole alle necessità di un presente difficile e di un futuro ormai prossimo che coinvolgerà tutta l’Isola. (leggi Comune Unico). Infine noi di Arcipelago Libero, non ci siamo certamente dimenticati dove ormeggiare i traghetti di linea - abbiamo presentato a questa Amministrazione (sia al suo insediamento che successivamente, raccogliendo consensi poi disattesi) un piano di sviluppo portuale che divide l’area in due settori: quello turistico/economico, e quello portuale/commerciale" Tutto a nostro avviso giusto (a parte l'eccessivo ottimismo sul comune unico) con un ragionamento da aggiungere sul fatto che deputando la parte nord del golfo soprattutto a minime strutture atte al soddisfacimento della richiesta di approdo per i residenti, che non necessitano di Yacht Club da pottaioni da reperire e villette da russi arricchiti non si sa come, di mercati del pesce decontestualizzati, di hotel in zone alluvionali, non si aprirebbero le porte ai nuovi devastanti scempi che l'amministrazione portoferraiese ha in animo di realizzare, con il placet, anzi con il pungolo di una regione evidentemente molto interessata a piacere a lorsignori della cantieristica e della diportistica, che fino ad oggi occupando vastissime aree terrestri e marine hanno garantito solo poca e assai precaria occupazione. E con una considerazione da fare in rapporto a quanto scritto da Chiara Casarosa: l'eco-mostro marittimo prossimo venturo portoferraiese ancor prima che danneggiare l'economia degli altri centri elbani darà un altro colpo alla vecchia rete commerciale cittadina, già massacrata dal permessivismo delle amministrazioni e delle associazioni di categoria che consentirono di trasformare le Antiche Saline in un unico mega centro commerciale con pochissimi (molto) beneficiati. Qualcuno magari si stupirà a vedere coincidere le opinioni sul WaterFront di chi scrive su questo giornale con quelle espresse da un soggetto come Arcipelago Libero che ha affermato su altri versanti (ad esempio le AA.MM.PP.) cose diversissime da quanto sostenuto da Elbareport. Ma invece di stupirsi sarebbe opportuno che riflettesse su una scelta che riesce a mettere d'accordo (sul suo rifiuto) soggetti tanto assortiti, prima di compiere un'altra scelta urbanisticamente azzardata, che potrebbe rivelarsi disastrosa per il futuro della "città dell'Elba"


Porto Turistico Arcipelago libero

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