Ancora lavoro nero sulle imbarcazioni di lusso in navigazione nell’arcipelago toscano, che registrano, ora, anche l’impiego di immigrati clandestini. Ecco quanto emerge dagli ultimi controlli effettuati sui megayacht dai finanzieri del Reparto Operativo Aeronavale di Livorno, impegnati nella tutela degli interessi economico-finanziari del paese. La capillare azione di prevenzione condotta nella rada di Portoferraio (LI), infatti, ha permesso alle Fiamme Gialle della locale Sezione Operativa Navale di sorprendere, proprio in questi giorni, un intero equipaggio privo di regolare contratto di assunzione - e quindi non iscritto a ruolo di equipaggio -, impegnato nella condotta di un prestigioso megayacht di circa 25 metri, battente bandiera italiana, capace di ospitare ben 16 passeggeri e di raggiungere la considerevole velocità di 45 nodi. Nella circostanza, l’accorto approfondimento degli elementi acquisiti in mare nell’ambito dell’attività di prevenzione, appositamente intensificata nel periodo estivo, ha permesso ai finanzieri di ricondurre numerose e particolari responsabilità in capo all’armatrice dell’imbarcazione, una italiana di origini campane, che si e’ vista contestare la mancata regolarizzazione di tutto il personale di bordo, retribuito da tempo in nero e costituito da tre marinai, in favore dei quali non venivano corrisposti né i contributi assistenziali né quelli previdenziali ed assicurativi. Ben più gravi e delicate le iniziative penali promosse poi dalle Fiamme Gialle, tuttora al vaglio della Procura della Repubblica di Livorno, in ragione dell’accertato stato di clandestinità di uno dei membri dell’equipaggio, rivelatosi, a seguito delle procedure d’identificazione, cittadino originario dello Sry Lanka, privo di documenti d’identità ed inottemperante a diversi pregressi provvedimenti di espulsione dal territorio nazionale. E’ così che il marinaio extracomunitario, che aveva erroneamente ritenuto più sicuro il rifugio su un’imbarcazione di lusso, è stato immediatamente arrestato dai finanzieri e quindi tradotto dalle tranquille acque elbane alla Casa Circondariale di Livorno, per la successiva celebrazione del rito per direttissima, che ne ha convalidato l’arresto. I tre soggetti denunciati sono il comandante del megayacht, l’armatrice ed il marito di quest’ultima, già noto alla Guardia di Finanza per precedenti illeciti finalizzati all’introduzione di merci contraffatte nel territorio nazionale, ritenuti responsabili in concorso di diversi reati di cui al Decreto Legislativo 286/98, quali il favoreggiamento e lo sfruttamento di manodopera clandestina. I denunciati rischiano sino a quattro anni di reclusione, perché, in particolare, hanno occupato alle proprie dipendenze un lavoratore straniero privo del permesso di soggiorno, favorendone lo status di clandestinità. Sono tuttora in corso approfondite investigazioni, anche avvalendosi dei reparti territoriali della Campania, per la verifica e la contestazione dei connessi aspetti fiscali e patrimoniali. (nella foto: uno Yacht Pershing 72 in navigazione)
Yacht big Pershing 72