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Tutto il Martinenghi minuto per minuto

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : giovedì, 18 settembre 2008

Martinenghi 16 Sep 2008 18:39:38 Egregio Direttore di Elbareport, capisco fosse preoccupato che mi fossi inimicato gli elettori campesi di destra, ma dandomi dell’apologeta del fascismo mi pare abbia esagerato, al limite della deontologia professionale. Giudicheranno i lettori. Non ho mai scritto di un Mussolini “buono” come Lei riferisce con – mi perdoni - imbarazzante disonestà intellettuale, ma di Mussolini come “il più capace manager pubblico che l’Italia abbia mai avuto” nel primo decennio di Governo. Sa come si traduce dall’inglese la parola “manager” ? Direttore, amministratore, gestore. Vuole negare questo titolo - “operativo”, non politico - a chi realizzò ineguagliato il sistema di infrastrutture pubbliche sul quale ancora oggi si regge il Paese? A scanso di fraintendimenti ho anche specificato: “prima di far piombare il Paese nell’orrore della guerra e delle leggi razziali “e dei “crimini ed errori che costarono la distruzione e la vergogne del Paese e sua”. Ma Lei con un discreto “muso” ha ugualmente sentenziato: semiapologia del fascismo! Cieco al fatto che nello stesso pezzo ho anche scritto che pure Lenin sarebbe stato “santificato come il secondo socialista dopo Gesù Cristo” se la morte non gli avesse impedito di portare a compimento la sua Nuova Economia Politica di matrice liberista. Intendevo mostrare come due personaggi condannati dalla Storia per analoghi crimini su opposti fronti, avessero realizzato anche del buono per i rispettivi Paesi. Bisogna imparare a distinguere il grano dal loglio. Piaccia o no. Debbo dunque farLe notare che se ancora oggi il 67% degli italiani, dopo 14 anni di presunti scandali, conflitti e prestazioni sessuali varie denunciati ossessivamente dall’80% dei giornali – fra i quali il Suo - insiste nel volere Silvio Berlusconi al Governo è perché spera che il più capace manager privato che l’Italia abbia mai avuto riesca finalmente a cambiare il Paese. Ha capito o no che il colore della “casacca” serve oggi solo a garantirsi ricche consulenze? E che con queste ridicole diatribe ideologiche che ancora dividono ed impoveriscono il Paese i nostri nipoti parleranno arabo - altro che Europa? E badi bene di non scrivere che sto facendo “semiapologia” del Ku Klux Klan: tuttalpiù di Oriana Fallaci. Intendo dire che per essere italiani bisogna meritarselo. Dobbiamo impegnarci e guardare uniti al futuro, non continuare a dividerci sul passato. Prenda esempio dal compianto ex Sindaco di Portoferraio, il “compagno” di ferro Elbano Benassi. Ancora negli anni ’70 aveva compreso il concetto ed esponeva nella sala del suo ristorante le effigi affiancate di Lenin e Papa Giovanni XXIII. Infine, riguardo gli amici còrsi, Le consiglierei di andare in Corsica, fra quelli veri di una certa età, e dichiararsi italiano loro “fratello”. L’aspetterò davanti al famoso topino per sapere com’è andata. Cordialmente Suo, Stefano Martinenghi Martinenghi: 17 Sep 2008 07:57:32 Nella fretta ieri sera nell'intervento "Mussolini e Lenin" ho scritto "distinguere il grano dall'oglio" invece che dal loglio. Fosse possibile correggere al volo prima della pubblicazione ti sarei grato. Buona giornata, Stefano Martinenghi: 17 Sep 2008 14:04:21 Esimio Direttore di Elbareport, debbo constatare con grande sorpresa che Lei oggi ha preferito privarmi arbitrariamente del diritto di replica – si chiama diritto non cortesia in casi come questi - piuttosto che pubblicare un pezzo certo per Lei assai “scomodo” in replica alla Sua castroneria della “semiapologia del fascismo”. Questa di censurare non pubblicandolo un pezzo “imbarazzante” è stata certamente una pratica fascista che paradossalmente Lei ora mostra di aver fatto pienamente Sua. Mi pare una caduta di stile imputabile a quella furiosa faziosità che ogni tanto l’assale e l’acceca, al punto da svilire la Sua “penna”. (Spero che apprezzi il mio tentativo di fornirLe le c.d. “attenuanti generiche”). Ho letto la Sua replica odierna al Dottor Palombi, sperando in tal modo di cavarsela a buon mercato con me, ma così delude la Sua dignità di giornalista ed i Suoi lettori. Quanto a me, non si angosci più di tanto per il fallo inflittomi senza palla da dietro: ho spalle larghe e caviglie robuste. Mi congedo con la Sua ultima lezione filologica: "Aù ti viddi!" Sempre Suo, Stefano Martinenghi


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