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A Sciambere: Oui, vive la France!

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : sabato, 13 settembre 2008

Inclito direttore, lo sai che l’attuale situazione da collasso di Alitalia pare dipenda dai sindacati e dai piloti? Purtroppo, comunista come sei, non capirai che quelle anime gentili della cordata, salvatrici degli interessi nazionali, dopo essere stati costretti a scartare i debiti, lasciata, loro malgrado, la bad company con rami d’azienda in perdita (tra le quali la manutenzione pesante), si sono dovuti imbattere in questi ladri dei piloti che non vogliono vedere ridotti i loro strarubati stipendi già più bassi della media europea, che fave lesse! Alitalia rappresenta dunque la classica azienda delle ex npartecipazioni statali che sono sempre state un pozzo senza fondo. Gli imprenditori di questa cordata invece sono l’eccellenza, l’unica soluzione sana per salvare la compagnia di bandiera dal fallimento e dagli stranieri. Ma siamo sicuri? Facciamo difendere l’italianità di Alitalia a Colaninno? Ma non è quello che ha venduto Omnitel a Vodafone, non è quello che ha fatto perdere la strada di casa alla cordata bresciana che provò a gestire Telecom e poi l’ha venduta a Tronchetti Provera che l’ha venduta agli spagnoli? Forse mi sbaglio. Chiedo quindi aiuto a Massimo Mucchetti (Mondo Economico, l’Espresso, Brescia Oggi) autore di “Licenziare i Padroni?” edito da Feltrinelli che ricostruisce il modo in cui i gruppi industriali italiani hanno sprecato l’occasione degli anni novanta. Ebbene nel periodo 1986-2001 Telecom Italia, Eni, Enel, Finmeccanica creavano valore per 173.128 miliardi di lire distribuendo oltre 50 mila miliardi di dividendi, Luxottica, Fininvest, Benetton, Italcementi, Pirelli, Montedison, Olivetti e Fiat bruciavano 28.025 miliardi di lire e distribuivano solo 17 mila miliardi di dividendi. Si potrà obiettare che le aziende di stato operassero in regime di monopolio ma non ricordo che esercito, polizia e carabinieri, vigili del fuoco, croce rossa, avessero auto diverse da quelle prodotte dalla Fiat, o che Eni avesse meno competitor di Fininvest. Guido Carli diceva che il capitalismo italiano era un bidone vuoto. A me invece pare che questi imprenditori vogliano fare i finocchi col culo degli altri. Per intanto gli americani abbandonano i canoni del capitalismo tradizionale e passano all’economia di stato classica delle realtà comuniste statalizzando le due più grandi finanziarie specializzate nei mutui le quali avevano strutturato degli strumenti finanziari da arresto. Così come è stato fatto in Gran Breatgna con una azienda di credito che rischia il fallimento ma che non disdegna di sponsorizzare una squadra di premier league. E’ proprio un capitalismo da complimenti! A presto e "vive l'Air France" Mendolonsottocapitalizzato Caro Mendolone, inclita sarà la tu' nonna ... Un paio di giorni fa dicevo che noi oltre che la versione attualizzata del "lumpenproletariat" il proletariato straccione che è sempre stato la massa di manovra delle destre più retrive e reazionare abbiamo anche la fortuna di avere "lumpenkapitalism" il capitalismo straccione e cialtrone che rappresenta, esso sì, il parassitario avanzato di questo paese, i fuoriclasse della privatizzazione dei profitti e della pubblicizzazione delle perdite. Ma la vicenda dell'Alitalia pur se emblematica è solo una bicchierata d'acqua nel muso. Credi che il popolo festante, sognante ed eleggente il Berluska e la sua banda del corpo sciolto legga Il Sole 24ore? E' chiaro come il giorno a chi sa leggere, scrivere e far di conto ed ha un filo di memoria degli eventi, che costoro hanno fatto scappare i francesi battendo su una grancassa patriottarda perchè questo avevano in mente, una proposta peggiorativa, la creazione di una compagnia nanerottola che però sarebbe risultata un lucroso affare per amici vecchi e nuovi e al solito un nuovo accollo di debiti per lo Stato. Ma credi davvero che il comune livello di lettura dei fatti sia tale da consentire una coscienza diffusa di tutto ciò? E' una bicchierata d'acqua, credimi, la secchiata gelida arriverà a fine anno, quando il pensionato, il dipendente pubblico o privato, e il modesto imprenditore faranno i conti e (forse) capiranno che, per dirla in ferajese, è il conto del cazzo che tu non faccia pagare qualche centinaio d'euro di ICI a me per la mia unica casa (ma abbonando la tassa pure a chi guadagna quattro volte tanto) se poi gli aumenti di generi alimentari, servizi irrinunciabili, benzina e bollette decurtano le mie disponibilità nell'ordine delle migliaia. Ma non basterà. Dietro il trucco, il cerone, dietro le bugie di chi non ha neanche la dignità del proprio essere anziano, dietro le ministre con le cosce all'aria questo è il governo più tetro e retrogrado e pericoloso per la democrazia della storia repubblicana. Il dramma è che questo governo di mezze-calzette piace ancora e piacerà per molto ai cittadini teleutenti e bambini assuefatti ad un'informazione drogata, soprattutto ai giovani che si sono formati in un sonno della cultura e della ragione di cui sono responsabili le sinistre e le destre e che ha prodotto (come al solito, la storia si somiglia spesso) qualcosa che è diverso tanto dalla sinistra avvertita quanto dalla destra seria e dignitosa, ha prodotto un populismo, quello che ci stiamo ciucciando. Basta, altro che Provincia dell'Elba altro che comune unico ... prendo carta e penna: Monsieur le Président, je voudrais devenir un citoyen de votre république, Vive la France!


Bandiera Francese

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