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A Ottobre gli Dei di marmo scenderanno sul fondale di Punta Polveraia

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : sabato, 13 settembre 2008

Tra 4 ed il 5 ottobre si compirà un evento senza precedenti nella storia dell’Elba e non solo: una manifestazione culturale che avrà per teatro un’area sottomarina di poco meno che 4.000 metri quadri su un fondale degradante da -12 a -14 circondato e penetrato da una rigogliosa prateria di Posidonia, scelto accuramente davanti a Punta Polveraia sulla costa marcianese dove la morfologia della costa, il gioco delle correnti e la lontananza da insediamenti umani assicurano un’acqua tersa 365 giorni l’anno. A Ottobre su quell’accennato declivio s’immergeranno le 9 grandi statue emerse dai blocchi di marmo di Carrara qualche mese fa sulla stessa costa, ma molto più in alto in una vecchia cava di feldspato trasformata in atelier dove scultrici e scultori provenienti dai quattro angoli d’Europa ed oltre, avevano sagomato rumorosamente e poi lisciato, rifinito le figure degli Dei destinati all’Oasi sottomarina sotto gli occhi sbalorditi di comitive di turisti piombati per caso e attratti dalla magnifica stranezza, di branchi di mufloni che si avvicinavano quando i martelli più antichi e quelli più tecnologici cessano di battere, sotto gli occhi della Capraia lontana e del Canale di Corsica. Dal silenzio delle alture elbane a quello delle sue accessibili profondità, dopo una breve sosta sui moli marinesi chiassosi d’estate, presso la Torre delle polemiche ed a fare da rimbalzante sponda delle onde sonore di un festival che, abbiamo saputo appena, dovremo ricordare rimpiangendo. Ma hanno assistito distaccati, gli Dei marmorei, all’agitarsi di chi ha un tempo molto più breve del loro. Lasceranno presto per sempre l’aria seguendo il filo della tenacissima lucida follia di Giorgio Verdura che li ha inventati, andranno a collocarsi nel loro giardino subacqueo, diventando elementi di un ambiente da conservare gelosamente, testimonieranno lo sfilare dei pesci, la luce filtrata dei giorni, il naturale buio più buio delle notti, la quiete che c’è in profondità anche quando sulla superficie marina infuria la tempesta. Saranno visti in maniere diverse: con le mani dei sub non vedenti, con gli occhi degli altri che si immergeranno, con quelli elettronici posti sul fondo che manderanno i loro impulsi ad una boa che li ritrasmetterà a terra, così che potranno essere tecnologicamente visitati, gli Dei, anche da chi non si immerge. Faranno toiletta due volte l’anno per mantenersi brillanti, ma loro che sono fatti di carbonato di calcio come il corallo, non tollereranno l’uso di impestanti diavolerie chimiche, saranno, loro così duri, lievi con l’ambiente che li circonda. E tra le molte eredità non entusiasmanti che questa generazione di elbani lascerà alle future generazioni, ecomostriciattoli, arbitrari, innaturali spappolamenti e consumi della terra e delle coste dettati dall’ottusa avidità di chi sta all’ambiente “mangiandosi il vitello in corpo alla vacca”, costituiranno una lodevole eccezione.


Oasi degli Dei conchiglia finita

Oasi degli Dei conchiglia finita