Pubblico delle grandi occasioni, organizzazione pressoché perfetta e condizioni ideali per regatare (calma piatta, vento assente e cielo coperto) domenica scorsa a Porto Azzurro, in occasione della sesta edizione del Palio dell’Arcipelago. In totale si sono disputate tre gare, riportiamole come sempre in ordine cronologico. Nella prima gara (riservata alla categoria femminile) vittoria di Marciana Marina 1, che precede, nell’ordine Guardiola, Rio Marina e Marciana Marina 2. Le topoline campionesse italiane, con Gioconda Bulleri al posto di Veronica Cardella (in dolce attesa) stavolta hanno dovuto sudare le proverbiali sette camicie per regolare di stretta misura (una imbarcazione circa) nel serrate finale, dopo che in uscita dall’ultima virata erano pari, la compagine della Guardiola, totalmente rigenerata rispetto alle ultime uscite di Palio. Al terzo posto chiuderà l’equipaggio di Rio Marina, apparso in netta crescita ed al quarto Marciana Marina 2. Nella seconda gara (riservata alla categoria maschile) Porto Azzurro vince e convince, in ottica campionati italiani, con un incoraggiante tempo di 8:41, precedendo di un paio di imbarcazioni il Club del Mare Campo nell’Elba, al terzo posto chiuderanno più che onorevolmente i bimbi del G. Barbera ed al quarto Rio Marina. Leggero malore per il capovoga longonese Stefano Silanus a fine gara, trasportato in ospedale a scopo precauzionale: niente di grave e sonni tranquilli. Entrambe le gare assegnavano il trofeo “De Luca”, messo a disposizione dall’organizzazione. Il meccanismo di assegnazione del suddetto trofeo prevede l’assegnazione provvisoria all’equipaggio vincitore, che diventerà definitiva quando una società se lo aggiudicherà per tre volte, anche non consecutive (come la vecchia coppa Rimet nel calcio). Ma veniamo alla terza gara, il palio dell’Arcipelago, il piatto forte della giornata. L’equipaggio dell’Elba (la Padulella) stravince, ammazza la gara, impressiona, insomma quello che vi pare: chi era presente e ha visto con i propri occhi, è consapevole di aver assistito ad una cavalcata trionfale senza precedenti, supportata da un riscontro cronometrico (su un campo di gara dove mai nessuno - Campionati Italiani assoluti 2006 compresi - era sceso sotto gli 8 minuti e mezzo) di 8:27 che ha dello sbalorditivo. E’ logico che è difficile ben figurare al cospetto di avversari che volano sull’acqua, l’equipaggio dell’isola del Giglio (supportato da un calorosissimo pubblico al seguito), giunto secondo, però c’è riuscito: per rendere l’idea, tempi alla mano, nell’altra gara avrebbe “scozzato” alla pari con Porto Azzurro. Al terzo posto chiuderà Livorno, ed al quarto, più staccato, Capraia (che ospiterà l’edizione 2009). A nota di cronaca va riportato anche lo splendido lavoro del giudice arbitro di Livorno Massimo Festame, che ha allineato le barche poppa sulla boa (per cui gli intenditori sanno che ai riscontri cronometrici bisogna aggiungere 2/3 secondi) e soprattutto per quanto riguarda la scelta dello strumento con cui ha dato il via: la pistola. In tre partenze ci fosse stato un equipaggio che si fosse mosso leggermente prima dello sparo. Con il metodo abituale visivo/sonoro (bandiera abbassata contemporaneamente al via chiamato a voce) invece c’è sempre chi parte leggermente prima, semplicemente perché ha paura di passare per più fesso degli altri: a volte le gare si vincono, si perdono o ex-aequo (il recente passato è lì a dimostrarlo) per una manciata di centimetri, per cui tutto fa, è così che si ragiona. Domenica a Porto Azzurro lo sparo ha rimbombato a centinaia di metri di distanza e tutti gli equipaggi allineati lo hanno sentito all’unisono, mai viste partenze più regolari di così. Come succedeva una volta, la pistola ha dimostrato di essere un ottimo deterrente contro chi è (o si crede) più furbo.
palio remiero rio marina 4 luglio 04