Ma dove vuole arrivare il ministro Gelmini? Va bene il grembiule (che non renderà comunque tutti uguali, farà spendere anche questi soldi alle famiglie, ma salverà gli abiti da imbrattamenti!), passi il voto che sarà comunque frutto della valutazione seria e approfondita dell’insegnante, passi anche il voto in condotta, purchè non si pensi di aver così risolto il fenomeno del bullismo, creato da questa società di prepotenti, dai ritmi frenetici imposti da una società improntata esclusivamente sul consumismo, sull’avere piuttosto che sull’essere, dalla difficoltà delle famiglie sempre più impegnate a far quadrare i bilanci ed in difficoltà ad avere relazioni significative con i propri figli, ecc., ma distruggere il sistema scolastico delle elementari, argomentando che la figura del maestro unico è indispensabile perché i bambini hanno bisogno di un referente educativo unico, è folle! Ma a quali studi pedagogico-educativi, statistici si appoggia il nostro ministro? A quale realtà sociale si riferisce? Nessuno le ha detto che l’insegnamento attraverso il modulo, ha posto la nostra scuola elementare fra i primi posti per apprendimento, in Europa? Un’ultima chicca, se non fosse tragica, riportata dalle agenzie di stampa, è l’affermazione che gli alunni stranieri, che poco conoscono la nostra lingua, “rallentano il lavoro della classe”! qualcuno le ha detto che da anni si fanno percorsi di integrazione, con progetti specifici sull’apprendimento della lingua? Qualcuno le ha detto che proprio l’esperienza didattica e pedagogica del modulo favorisce questi interventi di integrazione? La prossima volta ci dirà che anche l’inserimento dei bambini disabili rallenta l’apprendimento degli altri bambini, e allora? Si riapriranno le scuole speciali? E l’integrazione cosa sarà? E la solidarietà? E il rispetto dell’altro? E il recupero di un tempo di vita e di espressione che ci insegnano i bambini diversamente abili, che fine farà? Il ministro ha scoperto che i finanziamenti ministeriali vanno a coprire per il 97% gli stipendi e quindi? Si è battuta per un incremento degli investimenti sulla scuola e sui programmi didattici e educativi? No! Fa un’altra scelta politica: taglia il personale. I tagli serviranno a investire nelle strutture? Al momento ci pensano i bistrattati enti locali, comuni e province a farsi carico delle strutture scolastiche, con i propri bilanci. Utilizzando mutui e oneri di urbanizzazione, chiaramente facendo scelte politiche, rispetto ad altri possibili investimenti. Voglio poi esprimere tutta la mia solidarietà agli operatori della scuola, per l’ennesima derisione: il ministro, d’accordo con i ministri Tremonti e Brunetta, intende “riconvertire” gli esuberi nel turismo! Pensa forse all’animazione nei villaggi turistici? A corsi intensivi di lingua ai nostri ospiti stranieri? E’ necessario far sentire forte il nostro dissenso a un disegno politico irresponsabile, che porterà la nostra scuola pubblica nel caos, a danno dei nostri giovani, allontanandoci sempre più dall’Europa, stravolgendo quanto recitano gli artt. 33 e 34 della Costituzione dove si sancisce che c’è assoluta libertà di istituire scuole private, ma senza oneri per lo stato e che la scuola è pubblica, ed è compito della repubblica di istituire, e dare quindi gli strumenti economici per funzionare, scuole statali di ogni ordine e grado e sostenere gli studenti capaci e meritevoli.
Cosetta Pellegrini bazza