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Controcopertina: La Torre marinese delle polemiche

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : martedì, 09 settembre 2008

Alberto de Fusco: Ciumei faccia il suo dovere di Ufficiale di Governo garante della applicazione della Legge dello Stato sul territorio comunale; prima di "trattare" con chi detiene ormai senza titolo la Torre riconduca il monumento nella pubblica disponibilità Il Sindaco Ciumei riprende le affermazioni di Zecchini e torna sul caso “Torre” per usare un vecchio giochetto politico, quello di mettere in bocca all’interlocutore affermazioni mai fatte e far scivolare la polemica su argomenti strumentali tesi a screditare l’avversario e deviare l’attenzione dell’opinione pubblica dal nocciolo alla buccia dei problemi. Chiariamo subito: nessun componente della Lista Civica per Marciana Marina (e nemmeno dei partiti politici di sinistra o di Legambiente) ha mai fatto affermazioni per screditare l’opera letteraria di Raffaello Brignetti né fatto insinuazioni sulle sue scelte personali compresa quella di acquistare la Torre. Le uniche affermazioni di questo tono apparse sulla stampa sono state fatte dal Sindaco per riferirle ad altri, anche se il primo cittadino si guarda bene dal dire dove le ha sentite e chi le avrebbe scritte o pronunciate. Tutta questa polemica è fuori luogo: il valore delle opere letterarie o la correttezza delle scelte personali non ha niente a che vedere con la proprietà della Torre e la questione si porrebbe esattamente negli stessi termini anche se a stipulare il contratto di d’acquisto cinquanta anni fa fosse stato un illustre signor nessuno perché per la nostra Costituzione tutti i cittadini sono uguali di fronte alla legge e il principio orwelliano, così caro a Barlusconi, per cui qualcuno è più uguale degli altri è diventata una legge che per ora non si estende ai fatti del nostro piccolo Comune. Così bisogna partire dalle sentenze passate in giudicato, come anche il Sindaco bontà sua ammette, e queste sentenze dicono che la Torre è un monumento storico, che non doveva essere venduta e che il contratto è nullo. Lo Stato non doveva venderla e Brignetti non doveva comprarla. Hanno agito entrambi in buona fede ma questo non cambia i termini della questione: la Legge non ammette ignoranza.. Certo la famiglia Brignetti ha versato dei soldi che dovranno essere restituiti, maggiorati degli interessi legali di questi cinquanta anni, incrementati delle spese per i lavori di manutenzione effettuati (se regolarmente autorizzati) e decurtati dell’usufrutto del bene goduto in tutti questi anni. Ma il risarcimento di tale somma è questione privata tra la famiglia Brignetti e l’ammistrazione dello Stato da risolvere in sede civile che non può costituire in nessuna forma un diritto a mantenere il possesso di un monumento, così come non sono un ititolo di possesso né i meriti letterari né gli errori dell’amministrazione dello Stato. La famiglia Brignetti ha detenuto in perfetta buona fede e piena legalità il possesso della Torre dal 1953 al 2006, ma dal 26 dicembre 2006 data della esecutività della sentenza del Tribunale di Firenze che ha sancito la proprietà demaniale del bene quel possesso è divenuto abusivo. E siccome il primo Cittadino non è solo un pubblico ufficiale ma l’Ufficiale di Governo garante della applicazione della Legge dello Stato sul territorio comunale farebbe bene, prima di confrontarsi con gli eredi, a porre come questione pregiudiziale ad ogni discussione la cessazione della occupazione abusiva della Torre. Non è così importante qualificare il reato con questo o quell’articolo del Codice, e le conclusioni spettano al Magistrato ma prima di giudicare il riferimento all’articolo 176 del Codice dei beni Ambientali come “gustosa topica” di chi prende “fischi per fiaschi” il Sindaco farebbe bene a consultare le carte del Comune perché questa ipotesi è stata avanzata dallo Studio Legale che patrocina gli interessi dell’Ente e si tratta di uno degli studi di Diritto amministrativo più qualificati d’Italia: quello che fu di Piero Calamandrei e di Paolo Barile ed oggi è di Paolo Golini. Giriamo a loro i giudizi del Sindaco che forse non ha considerato la possibilità che la mancanza di giurisprudenza su questo argomento deriva dal fatto che finora in Italia nessun si era mai impossessato di un monumento. Il nostro obiettivo è semplicemente quello di recuperare la disponibilità del nostro monumento e il Codice dei Beni ambientali indica la via giuridica per ottenerlo: la convocazione della conferenza dei Servizi per richiedere allo Stato l’affidamento del monumento per valorizzarlo e renderlo fruibile ai cittadini sulla base di un progetto di utilizzazione. Progetto che deve essere discusso con la popolazione e in Consiglio Comunale: perchè la Torre è un monumento pubblico patrimonio storico e culturale di tutta la nostra Comunità e la sua utilizzazione non può essere decisa in una discussione privata né essere oggetto di dichiarazioni estemporanee come quella di destinarla a punto di avvistamento dei cetacei.. L’affermazione del Sindaco che tale progetto non si può né fare né discutere perché la Torre è dello Stato è ridicolo, come dire che sulle strade non si potevano mettere rallentatori perché le strade sono di proprietà della Provincia. La nostra proposta, più volte avanzata in Consiglio, è di procedere alla elaborazione di questo progetto indipendentemente dalle vicende giudiziarie e dal possesso del bene usando strumenti come un concorso di idee a livello internazionale per ipotesi di utilizzazione, da discutere poi in Consiglio e con la gente. E’ in questa sede che potrebbe essere proposta una utilizzazione collegata all’opera di Brignetti, ipotesi alla quale noi siamo assolutamente favorevoli: Esistono forme corrette per coniugare legalità e memoria Alberto De Fusco - Lista Civica per Marciana Marina Michelangelo Zecchini: Non sicuro che la sentenza di Cassazione abbia chiuso il caso Caro Sergio, questa lettera sarebbe personale, ma se vuoi pubblicarla non ho niente in contrario. Quando, a proposito della vicenda Brignetti/Torre, mi sono sentito dire da te che in sostanza ero favorevole alla privatizzazione del monumento per acquisiti meriti culturali da parte del grande scrittore, dapprima sono rimasto incredulo e poi, come fanno ogni tanto anche le formiche, mi sono incavolato. Non potevo capacitarmi che lustri di battaglie da me condotte, talvolta in modo aspro, contro chi intendeva e intende privatizzare i nostri beni culturali, potessero essere interpretati alla rovescia. Ecco il perché della mia risposta stizzita. Ora però mi sono accorto che non avevi compreso appieno il senso del mio articolo e perciò ti chiedo scusa del mio comportamento. Comunque, accertato che ci è comune il fine, cioè la fruizione pubblica della Torre, devo confermare che non c’è identità di vedute sui mezzi. Tu pensi che una sentenza della Cassazione Civile, che definisce la demanialità del bene, sia di per sé sufficiente a chiudere la questione. Io non ne sono tanto sicuro. Sarebbe troppo lungo e noioso spiegare perché, con citazioni di articoli di legge e relativi commi. Ti dico solo che è l’esperienza di situazioni giuridiche simili a rafforzare in me il timore che con il muro contro muro si inneschi una spirale di cause e ricorsi, un contenzioso che allontanerebbe sine die il raggiungimento dello scopo. Spero di non essere facile profeta, come è successo altre volte. Intanto ti saluto con molta cordialità e con la stima di sempre Michelangelo Caro Michelangelo brevissimamente Bene, non avevo compreso (ma eravamo stati in diversi), cosa volevi significare. Non entro più di quanto abbia già fatto nel merito della querelle giuridica perchè non sono un giureconsulto. Mi scuso a mia volta per aver un po' mefiticamente accostato le tue competenze a quelle di altri assai meno prestigiosi soggetti. Stammi bene Sergio Ugo Lucchini: Il Sindaco Ciumei scomposto e fumoso Caro Sergio, mi sono appena letto la risposta del Sindaco Ciumei sulla questione della Torre (tenews 7/9/08). Come sai, non sono un marinese, ma l'intervento mi è sembrato tanto scomposto (non lineare) quanto fumoso (privo di consistenza e riscontri fattuali), che mi è venuta voglia di fare alcune osservazioni: A proposito del prezzo, congruo o meno: La Vespa 125 U (u sta per utilitaria, era il modello più economico) nel 1953 costava circa 110.000 Lire. Una Topolino C circa 750.000 Lire. La tabella di comparazione dei poteri d'acquisto, se non sbaglio, indica un fattore inferiore a 30 di conversione dal 1953 ad oggi, ovvero 240.000 lire del 1953 corrispondono a circa Lire 7.200.000 = € 3700. Forse un bell' immobile sul lungomare, in zona prestigiosa, al tempo era davvero conveniente, se lo potevi comprare a quel prezzo. Il Sindaco sottolinea che lo Stato ha sbagliato, quasi volesse suggerire che non si dovrebbe insistere nel richiedere il rispetto della sentenza di annullamento. O forse interpreto male il senso recondito delle sue parole. Resta il fatto incontrovertibile che la vendita è nulla, ovvero da considerarsi mai avvenuta. E che, di conseguenza, gli attuali occupanti sono abusivi. Nota bene che non è la mia opinione. E' un fatto, e basta. Quanto al restituire il prezzo attualizzato, perchè, a detta del Sindaco, sarebbe "un pasticcio, un problema complesso da studiare con il Ministero competente"? Con tutto il rispetto per le altrui opinioni, il calcolo del valore attuale di quella cifra è banale, ed eseguibile in pochi minuti da un ragioniere. Non mi pare il caso di ingrandire problemi che grandi non sono, o non dovrebbero essere. Se poi sia una intemperanza chiedere agli occupanti abusivi di liberare il bene, davvero non saprei dire..... Certamente saranno usate le buone maniere del caso, si ragionerà e si discuterà con gli occupanti, data la situazione, ma la situazione è chiara e la via da seguire è una sola. Nota conclusiva e senza malizia alcuna: forse sono un ingenuo incorreggibile, ma mi sorprende e stupisce il vedere un Sindaco che sembra schierarsi a tutela degli interessi di privati, sia pure di rango, anzichè dalla parte della collettività. Ciao Ugo


zecchini 3

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De Fusco 2007 conf stampa

De Fusco 2007 conf stampa

Ugo Lucchini

Ugo Lucchini