Caro Sergio, ti propongo una breve chiosa al tuo commento sulla vicenda Torre/Brignetti, con il quale mi metti in bocca cose che non ho mai detto, né scritto, né pensato. Cito le tue parole : “ Come si può sostenere che i meriti culturali di una singola persona debbano incidere sul suo diritto di fittare, e peggio ancora comprare, un bene pubblico, che è patrimonio oggettivo di una comunità ? ”. Mi sai precisare dove e quando ho affermato una stupidaggine del genere ? Mi pare davvero ardito tentare di far passare il mio articolo su Brignetti come uno schieramento a favore di un possesso privato della Torre per meriti culturali : credo che la gente, anche per la professione che faccio da più di quarant’anni, non abbia difficoltà a credere che la fruizione pubblica della Torre mi sta a cuore, almeno quanto a te e ad altri. A questo punto mi sorge spontaneo un dilemma: o io non so esprimermi, oppure tu fai finta di non capire. In entrambi i casi è giocoforza interrompere la discussione. Cordialmente Michelangelo Zecchini Caro Michelangelo Se ritieni opportuno interrompere la discussione non posso che dolermene e prenderne atto, ma non posso far a meno di notare che il dilemma da cui fai discendere questa decisione mostra almeno un corno debole: quando si tratta di cose serie può darsi di capiti di non capire, ma mai di fare “finta di non capire” non sopporto le “furbate” stanno miglia dal mio modo di stare al mondo e quel “fare finta” non lo accetto proprio. Correggiamo quindi in un “o mi sono spiegato male o non hai capito” ipotesi entrambe sensate, può capitare anche ad uno come te, abituato a comunicare, di non essere chiaro, può capitare a qualcuno di interpretare il tuo pensiero non correttamente. Ma lo stupore che ha provocato, oltre che in me, in alcuni comuni e stimati amici, la tua presa di posizione, derivava proprio dal fatto che essa era letta come “non proprio in linea” con le tue azioni, con il lavoro che hai meritoriamente compiuto in tutti questi anni. Quanto scrivi oggi mi tranquillizza e mi rallegra, e mi consente (soprattutto a beneficio dei lettori) di tornare ai fatti, che scarnificati sono i seguenti: molti anni fa degli amministratori marinesi non proprio oculati alienarono per una cifra risibile una cosa che non potevano vendere (non fu l’unico episodio simile di quegli anni, si pensi alla forse persino più grave vendita di Forte Stella a Portoferraio, i cui spazzi non abitativi (almeno) in un paese civile sarebbero stati ricondotti alla pubblica proprietà da anni). La Suprema Corte di Cassazione con inappellabile sentenza ha stabilito che la Torre debba tornare ad essere posseduto e fruito dalla collettività, e consentimi di non stare a ragionare sul fatto se attualmente la Torre sia nelle disponibilità di Madre Teresa di Calcutta o in quelle dello Yorkshire Ripper, chiunque la possegga la deve restituire e chiunque rappresenti la pubblica proprietà la deve riacquisire senza stare a cincischiare. Chi ostacola o ritarda l’esecuzione di una solenne sentenza si pone di fatto dalla parte dell’illegalità. Lo dice il senso comune prima che lo sancisca la legge, che non ammette, oltre che di essere ignorata, di essere interpretata con “furbate”. Credo che tu non possa che essere d'accordo. Ti saluto.
ingresso torre marciana marina