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A Sciambere tra obbrobrio e poesia

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : mercoledì, 03 settembre 2008

Gent.mo Direttore SERGIO ROSSI, La prego se possibile, far conoscere allo sconosciuto francesco cimino, la mia risposta, con l'occasione ho avuto la fortuna di conoscere ed apprezzare il Suo giornale on line. In risposta alle osservazioni di uno sconosciuto francesco cimino su ELBAREPORT di domenica 31-08-2008, a proposito di..stelle di alluminio sulla scalinata di salita Napoleone...a Portoferraio. Senza dubbi, lo sconosciuto ha diritto a pensierini piccoli, schifosi e di obbrobrio, in quanto il mio intervento è definito dallo sconosciuto: schifezza e obbrobrio. Le indagini da lui condotte, sono nascoste nel buio dei suoi pensierini. Lo sconosciuto ...non conosce la poetica delle immagini... L'autore delle stelle, ANGELO GHILARDI Caro signor Ghilardi, come vede per meglio interpretare il Suo pensiero ho rispettato il gioco delle maiuscole e delle minuscole con (bontà Sua) il mio nome, così come il Suo, scritto in stampatello e quello di Francesco Cimino, a cui Lei da tre volte dello sconosciuto in nove righe, rigorosamente in minuscolo. Orbene, mi duole dirLe che non posso condividere la Sua definizione di sconosciuto per quanto riguarda Francesco, e non tanto perché è una figura ferajese piuttosto nota, e direi anche molto benvoluta, ma soprattutto perché se sostenessi ciò mi autoaccuserei di aver commesso un falso in atto pubblico allorquando firmai il suo atto di matrimonio come testimone davanti al ViceSindaco di Campo nell'Elba, ergo dichiarando solennemente che ero certo che lui era lui e che lo conoscevo. Ciò premesso non penso che l'essere sconosciuti sia qualcosa di disdicevole: Lei ad esempio mi è perfettamentamente sconosciuto (forse dovrei conoscerLa ma sa, l'età s'avanza e parecchio mi sfugge) ciò non toglie che La consideri e La rispetti. Mi resta comunque difficile collegare Francesco Cimino con qualsiasi cosa di piccolo o minuto; capirà, quando lo conobbi aveva forse 7 anni e stazzava già allegramente oltre il mezzo quintale e l'ho visto crescere successivamente di moltissimo in altezza e pure in generale massa corporea. Mi consentirà di non entrare nel merito della querelle, non esprimo alcun parere sulla valenza poetica e artistica della Sua opera, non credo di essere all'altezza, di solito mi occupo di cose decisamente più prosaiche; credo comunque che quell'allestimento ed il suo significato lirico-sidereo-evocativo fossero strettamente legati all'evento che colà si è consumato. Temo quindi che quelle strisce di carta stagnola appiccicate agli scalini una volta decontestualizzate dall'evento abbiamo poco senso, e siano appunto delle strisce di stagnola appiccicate agli scalini, in cui ciascuno può leggere ciò che vuole (per lei il retaggio di una poesia, per Francesco Cimino un obbrobrio) ma, mi perdoni, che vadano rimosse da là, è certo come la morte. La ringrazio per gli apprezzamenti e La saluto


scalinata stagnola fortezze

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