Numerosi controlli a tutela dell’ambiente marino sono stati attuati in questi ultimi giorni dalle Fiamme Gialle dipendenti dal Reparto Operativo Aeronavale di Livorno, che hanno represso in flagranza diverse attività di pesca di frodo. In particolare, gli equipaggi delle motovedette della Guardia di Finanza della Sezione Operativa Navale di Portoferraio sono intervenuti nel corso di mirati servizi notturni nei confronti di alcuni pescherecci d’altura, sorpresi in flagranza in attività di pesca a strascico di frodo nel Canale di Piombino, ossia a meno delle tre miglia dalla costa e/o in presenza di fondali inferiori ai 50 metri. La legge vieta la pesca in queste particolari aree al fine di tutelare l’ecosistema marino, salvaguardandone l’integrità dei fondali ed il ripopolamento delle specie ittiche. Inoltre, va sottolineato come non sia trascurabile l’aspetto sicurezza, visto che i movimenti marittimi in tale particolare tratto di mare sono particolarmente intensi di ogni fattispecie di traffico navale e che, non secondariamente, lungo i fondali del canale sono posizionati diversi cavi e condutture sottomarine che potrebbero riportare dei danneggiamenti. L’attività operativa in mare si è svolta prevalentemente durante l’arco notturno, quando alcuni motopescherecci c.d. “a strascico” sono stati sorpresi in azione nei fondali elbani, in zone e/o profondità non consentite. L’attività illecita, oltre a ledere un patrimonio naturale ed a incidere anche significativamente in termini di concorrenza sleale nei confronti dei corretti operatori della pesca professionale, ha trovato una pronta azione repressiva da parte dei finanzieri del ramo mare, che specie nelle realtà del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, pongono da tempo costante attenzione allo specifico settore di servizio, acquisendo elementi info-investigativi circa movimenti e condotte illecite, perpetrate queste ultime quasi sempre in tempo di notte e spesso da marinerie in transito. Tra le diverse venti verbalizzazioni e sanzioni irrogate, spicca l’intervento dell’equipaggio della V.2009, performante e silenziosa moderna vedetta, che ha sorpreso la notte del 24 u.s. dei pescatori di frodo della marineria piombinese in azione che non hanno fatto in tempo ad allontanarsi dalla zona interdetta, e, quindi, sono rimasti nella “rete” del controllo. I finanzieri hanno quindi contestato non solo la violazione alla legge quadro sulla pesca (Legge 963/65), ma anche il recentissimo Decreto Legge 59/08, che ha inasprito le sanzioni in materia di pesca di frodo con un’ulteriore sanzione di € 2.000, oltre al sequestro della rete e degli attrezzi impiegati, tra cui i c.d. divergenti, per un valore di € 7.000. Nel contesto, i finanzieri hanno anche elevato un’ulteriore sanzione di 516 € al capobarca del M/P SAMPEI, per la mancanza del registro dei carbolubrificanti a regime agevolato, previsto per i motopescherecci. Il pescato rinvenuto nel sacco della rete fatta issare a bordo è stato rigettato in mare. Altro particolare intervento è quello operato in questi giorni dall’equipaggio del G.51 FIORE della Stazione Navale di Livorno, che ha sorpreso un’unità da diporto a miglia 9 al largo delle secche di Vada, intenta al recupero di un grosso tonno. La verifica a bordo ha consentito di appurare che a bordo del mezzo navale era già presente un esemplare di tonno pescato in precedenza, circostanza che avrebbe dovuto imporre ai pescatori sportivi di rientrare in porto, ovvero sospendere l’attività di pesca, avendo superato il limite consentito dei 5 kg. ovvero un esemplare di peso superiore. La specifica attività si è conclusa con l’elevazione di un verbale amministrativo per gli occupanti di € 2.000, e con la vendita del secondo tonno al mercato del pesce di Livorno, che lo ha battuto per oltre 500 €, somma che i finanzieri hanno già versato alla Tesoreria dello Stato. Nell’area dell’Argentario, infine, l’equipaggio della V.625 della Sezione Operativa Navale di Porto Santo Stefano ha sorpreso un soggetto intento alla raccolta di vongole veraci in zona vietata (canale di collegamento con la laguna di Orbetello) e con attrezzi non consentiti, sanzionandolo per € 2.000 e sottoponendo a sequestro le attrezzature impiegate. I 30 Kg. di vongole sono state reinserite nell’habitat marino.
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