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I punti imprescindibili di Meneghin

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : sabato, 30 agosto 2008

Ritenendo che la discussione in atto sul problema idrico elbano sia molto utile vorrei mi fosse permesso proseguirla mettendo in risalto alcune verità incontrovertibili che è necessario tenere ben in mente. Esse sono: 1) L'Elba sta correndo grossi rischi di restare a lungo senza acqua. E, pur tralasciando l'incombente pericolo di una rottura della condotta sottomarina per il continente, sarebbe bastato che non fosse intervenuta la provvidenziale ed abbondante pioggia d'agosto per rendersene amaramente conto. 2) Dai dati statistici, e dai numerosi studi fatti da esperti locali e non, appare inconfutabilmente che all'Elba si trova acqua che per qualità e quantità è più che sufficiente a coprire il fabbisogno. Ora questa determinante affermazione viene confermata da tutti. Residenti, tecnici, turisti che da anni frequentano l'Isola, ed anche giornalisti come Romano Bartoloni e come Angelo Drusiani formano sui vari blog e sulla stampa locale un coro unanime per asserire con cognizione di causa che l'Elba è piena d'acqua. È quindi tempo che si finisca di elucubrarsi con risoluzioni del problema in modo diverso da una alimentazione idrica autonoma basata sulle normali risorse locali dando a quella legata al continente e cioè alla Val di Cornia l'unico ruolo che le compete e cioè quello di fungere soltanto da utilissima riserva di sicurezza. 3) Il problema risiede solo sullo sfasamento temporale tra richiesta e disponibilità idrica locale che non coincidono mai essendo l'una caratteristicaa dell'estate e l'altra dei periodi autunno-invernali. Per quanto riguarda la necessità di compensare gli evidenti squilibribri, c'è da mettersi ben in mente che parlare di serbatoi da poche migliaia di mc, come si usa troppo spesso fare, è semplicemente ridicolo. Per risolvere il problema è necessario un serbatoio di almeno due milioni di mc sia pur realizzato per stralci successivi ognuno dei quali di dimensioni contenute. Pertanto, quando si auspicano miniserbatoi, laghetti diffusi di poco impatto ambientale, muretti di chiusura delle vallette o altre piccole opere del genere si fa solo poesia mentre si è semplicemente fuori dalla realtà. Trovare all'Elba la possibilità di creare invasi superficiali delle enormi dimensioni che sono necessarie è praticamente impossibile per cui la soluzione "sottosuolo" è l'unica su cui si può fare affidamento. 4) Esiste un problema igienico dato dalla possibilità che un funzionamento a turni alterni della rete acquedottistica dovuto alla scarsità delle fonti, provochi gravi inquinamenti di tutta o parte dell'acqua distribuita. Quelli elencati sono quattro concetti fondamentali che devono essere sempre davanti agli occhi di chi discute di risoluzione del problema. Detto questo è facile confutare molte delle affermazioni apparse sulla stampa e sui vari blog. Ad esempio, non me ne voglia il Direttore Responsabile di Elbareport Sergio Rossi, ma quando dice "niente di maxi si sposa con le dimensioni elbane" e ancora " creazione di bacini di dimensioni più contenute e "tenere sopra la testa qualche migliaio di tonnellate d'acqua non è il massimo della vita"o quando parla di "paesaggio, equilibrio ambientale" praticamente arriva a negare tutte le possibilità di risoluzione del problema idrico elbano in quanto contraddice proprio i quattro principi enunciati. Credo che il miglior modo per approfondirlo sia riportare esempi concreti. Partirò dall'ultimo e cioè "tutela del paesaggio ed equilibrio ambientale" per dire che Cortina d'Ampezzo, la perla delle Dolomiti, sta per scavare sotto montagne bellissime e molto più delicate del monte Capanne, delle gallerie stradali forse ancora più grandi di quelle che risolverebbero il problema idrico all'Elba. Le gallerie di Cortina sono stare contestate da chi sostiene che è errato incrementare il traffico automobilistico del territorio ma io sfido chiunque a mettere in dubbio l'importanza dell'incremento del rifornimento idrico dell'Elba che deriverebbe anche da un solo primo e breve tratto di serbatoio/galleria. Secondo argomento "pericolo rappresentato dalle tonnellate d'acqua". Esistono in Italia e all'estero le gallerie degli impianti idroelettrici con migliaia e migliaia di tonnellate d'acqua poste sulla testa dei cittadini. Ebbene di tutte le molte tragedie accadute nel mondo per questioni inerenti gli impianti idroelettrici, Vajont compreso, non si è mai verificato alcun cedimento o un danno anche lieve dovuto alle gallerie piene d'acqua. I pericoli derivano da altre strutture ivi compresi gli sbarramenti del tipo di quelli che si volevano costruire a Patresi o del tipo dei "bacini più contenuti" di cui sopra. A tutto questo và aggiunta una importante particolarità del monte Capanne cioè l'essere costituito da ottimo granito, che offre, in questo senso, la massima garanzia di stabilità. Ultimo argomento, il riutilizzo delle acque reflue. Per poterlo realizzare compiutamente sia come acqua depurata ai fini potabili e sia come acqua grezza per servizi vari, all'Elba è necessaria una azione preventiva quasi impossibile da portare avanti e cioè l'unificazione degli impianti fognari. Usare una infinità di piccole condotte che scaricano a mare i liquami e che sono disseminate un po' ovunque come accade all'Elba costituisce una soluzione irrazionale ed antieconomica. Anche qui esiste un esempio valido: il Lago di Garda. In quel territorio si è costruita un lungo sistema circumlacuale che raccoglie le molte immissioni finali delle fogne che prima scaricavano in lago e le convoglia tutte in un unico impianto finale di depurazione posto a Peschiera. Fare la stessa cosa all'Elba è cosa assai ardua ma senza di essa o parte di essa, è improponibile qualunque modo di utilizzo delle acque reflue elbane se non per piccoli interventi locali che non possono risolvere il problema di base e cioè il ripetersi di frequenti crisi idropotabili.. Ci sarebbero molte altre considerazioni ma il discorso diventerebbe troppo lungo. Valgano al di sopra di ogni altra considerazione i quattro principi enunciati all'inizio che da soli indirizzano alla soluzione definitiva di un problema elbano così importante come quello del suo corretto rifornimento idropotabile. Marcello Meneghin Tel. 3282124108 Gentile Signor Meneghin Tutto potrà affermare ma non che le sia stata negata la possibilità di esprimere i suoi punti di vista, diciamo pure che è la dodicesima volta che leggiamo quello che propone ed è probabile sia la quarta o la quinta volta che lo pubblichiamo: lei auspica la creazione di un maxi-serbatoio in galleria, in quota, sul massiccio del Capanne da due milioni di mc che renda autonoma l’Elba. Abbiamo capito. Apprezziamo le sue lodevoli intenzioni non condividendo le sue idee. Ma non replichiamo, non già perché a corto di argomenti, ma perché lo hanno fatto meglio altri, e per non abusare della pazienza dei lettori. Le auguriamo comunque di convincere governanti nazionali, regionali e locali della bontà e della unicità della soluzione che da anni caldeggia, e di ottenere che la si pratichi, ovviamente dopo il reperimento dei necessari cospicui finanziamenti ed apportate alle leggi vigenti (essenzialmente: 394) le opportune modifiche, così che esse non impediscano, di fatto, tanto la creazione del suo maxi-serbatoio che la realizzazione degli invasi di Pomonte e Patresi sulla quale, alla stessa maniera, siamo contrari. La salutiamo.


tramonto gentini capanne

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