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A Sciambere della stampa borghese

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : domenica, 24 agosto 2008

Il 68 me lo ricordo anche per una campagna elettorale diversa dalle altre, che ci mi consentito di fare in maniera inusuale ed a tratti molto divertente. Costituimmo una pattuglia d’assalto con Duccio Faggella che ora sta a New York e si occupa di cinema e la sua allora giovanissima consorte Giuliana Giulietti Livornese D.O.C. Per alcuni giorni ci misero a disposizione una 500 attrezzata con altoparlanti, ma invece di usarla per impestare di volantini le strade (allora si usava) e ripetere slogan e generici inviti al voto, decidemmo di fare diversamente: togliemmo i simboli del PCI che erano stati attaccati ai finestrini ed al cofano iniziando una campagna elettorale “corsara”. Andavo ad esempio in giro per l’isola a caccia di un furgoncino della DC che viaggiava con un nastro pre-registrato; ascoltavamo quello che veniva detto e subito dopo replicavamo improvvisando e senza possibilità di essere contraddetti dal povero monocorde magnetofono. Un altro giochino era il “leggiamo il giornale”: funzionava così arrivavamo in un paese e Duccio salutava dal microfono i presenti diceva al microfono: “leggiamo il giornale …” sarà stato per la curiosità di capire chi eravamo, per sapere se facevamo politica o vendevamo pentole, sarà stato per vedere da vicino Giuliana che era una bellissima ragazza. ma invariabilmente si creava un crocchio di ascoltatori talvolta assai numeroso. Duccio leggeva titoli e brani dal Corriere della Sera e poi commentava da brillante interprete della “linea” del P.C.I. quale era talvolta solo ascoltato in qualche caso discutendo con gli astanti. Una mattina cominciammo a Marina di Campo, Duccio spiegò il Corriere della Sera e lesse: “Le truppe del patto di Varsavia stanno compiendo manovre presso i confini cecoslovacchi, si prepara forse un’invasione ….” Da consumato comunicatore fece una pausa e poi riprese: “Menzogne della stampa borghese!” spiegando perché quanto ipotizzato dal giornale secondo lui non poteva accadere. Un’ora dopo eravamo a San Piero dove il copione si ripetè pari pari. Fu dopo aver sentito per la terza volta quel “Menzogne della stampa borghese!” a Seccheto che, nel trasferirci verso Pomonte io dissi a Duccio che forse era il caso di tenersi un po’ più prudenti perché quelli lì (russi e soci) mi piacevano meno d’un cazzo e temevo un intervento. Ma Duccio di rispose “Ma che dici?” e continuò con il suo baldanzoso “Menzogne della stampa borghese!” per tutto il giorno. Alla fine il voto premiò il PCI con un aumento dell’1% (all’epoca era una cifra) e cantammo vittoria. Qualche mese dopo in un giorno d’agosto sulla strada del Bar Royal mi si parò davanti Lamberto Lungonelli (detto Gomulka) che mi dette la ferale notizia: i Tank dell’Armata Rossa erano a Praga. Dopo averci schiacciato su un moccolo, rinunciai al caffè e mi diressi a passo spedito verso la Sezione del PCI, ero imbestialito, ma a riprova che anche le peggiori tragedie riservano sempre un lato comico, appena passata la porta molti metri più in là, in quell’austero salone, vidi quattro o cinque persone curve su un apparecchio radio che diffondeva notizie sull’invasione sovietica, avevano un’aria tra il preoccupato ed il depresso, e quando vidi che tra di loro c’era anche Duccio, che era in vacanza all’Elba, mi portai le mani alla bocca a mo’ di megafono e urlai “Menzogne della radio borghese!!!” e poi a voce più bassa “Ovvainculo, te e i russi!”


invasione praga 68

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