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Il mare verde non si nasconde con la minimizzazione. Serve un'informazione corretta

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : sabato, 23 agosto 2008

Chi credeva che la negazione dell'evidenza e le iniziative folkloristiche potessero cancellare il mare verde di Marina di Campo è servito, ed è servito anche chi se l'è presa con chi, come alcuni soci di Legambiente di Campo, ha cercato di capire e spiegare, senza drammatizzare una situazione che non presenta rischi per la balneazione e per la salute dell'uomo ma che è un evidente segnale di stress di un ambiente che ha subito un mutamento delle sua condizioni. Gli articoli sui giornali di questi giorni sono il prodotto di una incapacità di spiegare da parte degli amministratori un fenomeno naturale e della crescente arrabbiatura dei turisti, soprattutto quelli più affezionati, che non hanno ricevuto nessuna spiegazione vera rispetto ad un fenomeno esteso e che si protrae nel tempo. Invece si è preferito mettere la testa sotto la sabbia del ripascimento e gridare all'untore. Una cosa appare certa, i prelievi eseguiti dell'Arpat attestano la balneabilità della spiaggia e che le alghe verdi non hanno niente a che vedere con l'alga tossica Ostreopsis non presente all'Elba, ma è anche vero che Marina di Campo deve ristabilire la trasparenza delle sue acque, a meno che non si decida che è destino che si tingano di verde con il caldo estivo, fenomeno certo curioso, ma non molto attraente per chi va a fare il bagno. Secondo gli esami effettuati dall'Arpat il fenomeno è dovuto ad alghe Cloroficee (Chlorophyceae), diffuse in tutti i mari, soprattutto nelle aree costiere ed alle foci di corsi d'acqua, e la "Guida al Riconoscimento del Plancton dei Mari Italiani" (pubblicata a fine luglio e scaricabile dal sito del ministero dell'Ambiente) le definisce tutte "prive di tossicità" e chiarisce che «I principali taxa in ambiente osservabili in ambiente marino appartengono alle famiglie delle Dunaliellaceae e delle Chlomydomonodaceae, rappresentate dai generi Dunaliella e Chlamydomonas. In particolare Dunaliella ha lunghezza variabile da 5 a 24 mm., Chlamydomonas da 4 a 29 mm, mentre i generi Brachiomonas ed Asteromonas possono raggiungere dimensioni superiori a 40 mm.». La fioritura di fitoplancton dipende sicuramente anche dal riscaldamento del mare (a proposito di chi nega il riscaldamento globale) ma è chiaro che questa è una delle concause, visto che il mare è caldo anche in altre spiagge e che quando Goletta Verde, due estati fa, registrò proprio all'Elba, a Fetovaia, il record delle temperature dell'acqua superficiale (oltre 30 gradi) le fioriture algali non si presentarono. E' evidente che le innocue alghe Cloroficee si sono sviluppate in maniera duratura ed abnorme perché in mare ci sono nutrienti in eccesso e probabilmente condizioni del fondale diverse rispetto alla situazione degli anni passati ed è anche indubbio che questo sia accaduto in seguito ad un ripascimento. Non è nemmeno un caso se dopo le piogge e il vento ferragostani il mare era ritornato temporaneamente trasparente grazie al rimescolamento delle acque superficiali. Legambiente Arcipelago Toscano sollecita il Comune di Campo nell'Elba ad organizzare immediatamente un incontro con i cittadini, i turisti e la stampa per chiarire il fenomeno e rendere noti i dati in suo possesso, ma anche a capire cosa sta succedendo e perché, ora e subito e senza aspettare l'autunno, quando le condizioni climatiche mutate non consentiranno di comprendere il fenomeno in atto, perché siamo convinti che se il mare verde si presentasse anche un altr'anno si trasformerebbe davvero in un danno per l'economia di Marina di Campo. Questo non è il momento delle accuse o dello scaricabarile, ma nemmeno delle minimizzazioni che non servono a rassicurare nessuno, ma dell'informazione capillare di cittadini e turisti sulla natura della fioritura algale e dell'assunzione delle responsabilità, in primo luogo da parte degli amministratori che hanno il dovere di informare e così di tranquillizzare.


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