Mi pare che sia stato il DIVO Andreotti a coniare il detto: "Ci sono due tipi di matti: quelli che si credono Napoleone e quelli che vogliono risanare il bilancio delle ferrovie". Comincio a pensare che ci sia un'altra categoria da aggiugere "quelli che pensano di fare il Comune Unico all'Isola d'Elba" Mi rendo che l'affermazione è fortemente autocritica, potendo vantare il titolo di primo matto, visto che con grande sprezzo del pericolo in compagnia di Peppe Battaglini (se aggiungo che c'era pure un giovanissimo Mazzantini a sostenere la peregrina tesi, si scatena il gorillaio) sollevai la questione nel PCI di fine anni 70, raccogliendo quando andava bene un sorrisetto scettico, ma dopo aver assistito al reiterato "varo" di movimenti che dovevano condurre in quattro balletti alla "semplificazione istituzionale elbana" (orrenda espressione del cui conio ho diretta responsabilità), dopo averli visti naufragare con la stessa rapidità con cui montavano, mi sono rassegnato a dare ragione al Tinti, l'indimenticato funzionario della Regione che ci marchiò a fuoco con la profezia: "Voi elbani morirete tutti in campo di decentramento!" Orbene quando mi tocca leggere in mezzo ad alcune altre amenità tra le quali "Oggi l’80% della nostra isola è governato da un Ente (Parco? NDR) imposto dall’esterno ..." (come dire sarai forte in orologeria, ma in cartografia sciacqui alla grande, hai aggiunto un 27% di contrabbando), che "Presto avremo un'unica realtà politica e democratica e chi governerà la nostra isola sarà eletto sulla base di programmi che dovranno tener conto delle nostre esigenze" mi torna in mente un conoscente, valente artigiano ma molto svogliato, che rispondeva sempre ai vari "Ma quando me lo fai quel lavoro?" con un invariabile: "Presto!" Sono d'accordo "presto", prima della prossima glaciazione, o prestissimo, prima della fine del secolo, avremo il Comune Elbano.
Goccia acqua