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Bambini saharawi:una giornata a Portoferraio

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : mercoledì, 20 agosto 2008

Per il sesto anno, i bambini del deserto sono stati a Portoferraio per una giornata all’insegna del divertimento e della spensieratezza. Partiti con traghetto da Piombino in mattinata, i piccoli saharawi hanno nuotato nelle splendide acque delle Ghiaie, sotto lo sguardo vigile degli accompagnatori. Dopo il pranzo, una sosta ai giochi del parco delle Ghiaie e poi il giro sul Trenino Turistico, guidati dal gestore sempre disponibile all’accoglienza. Gli entusiasti bambini hanno potuto ammirare il centro storico della città. Successivamente il gruppo ha ripreso la nave per far ritorno a Piombino, portando con sé alcuni doni offerti dal Comune di Portoferraio e dalla Caritas della parrocchia San Giuseppe. L’organizzazione della giornata è stata curata insieme da Comune e Provincia. Ad accompagnare i piccoli ambasciatori di pace, oltre ai volontari dell’associazione Gaibila di Piombino, c’erano per il Comune di Portoferraio l’assessore Nunzio Marotti e per la Provincia di Livorno il presidente del consiglio Mario Giannullo e i consiglieri Pierluigi Baldacci, Ivo Fuligni e Mario Martorella. Va ricordato che nella solidarietà verso i saharawi tutti i Comuni elbani sono coinvolti in modi diversi. “Una solidarietà – precisa l’assessore Marotti - che rientra fra gli impegni che i comuni elbani hanno assunto sottoscrivendo, quattro anni fa nel corso della manifestazione regionale organizzata nel capoluogo elbano, il patto di amicizia con il popolo saharawi che, da oltre 30 anni, è costretto a vivere nelle tendopoli dei campi profughi del deserto algerino, per l'occupazione marocchina del loro paese, il Sahara Occidentale”. Saharawi, che significa ‘popolo del deserto’, è il legittimo proprietario e abitante del Sahara Occidentale, ex colonia spagnola Rio de Oro. La nazione non è stata ancora decolonizzata e il popolo Saharawi deve ancora esercitare il diritto del referendum per decidere del suo futuro. Nel 1975 i Saharawi sono costretti dall’invasione del Marocco all’asilo politico in Algeria, dove hanno cominciato a sviluppare gli accampamenti in una zona del deserto inospitale. La realtà del popolo Saharawi è quella di un popolo in diaspora, a cui impediscono il ritorno i muri elettrificati costruiti dal Marocco, dal 1980 in poi, con il duplice scopo di difendersi militarmente e di assicurarsi uno dei più grandi giacimenti di fosfati del mondo presente nel Sahara occidentale. Un doveroso ringraziamento alla società Cosimo de’ Medici, al Trenino turistico, alla Caritas parrocchiale di san Giuseppe e all’Associazione Gaibila di Piombino.


Saharawi debertucciati

Saharawi debertucciati