Capraia è ancora bellissima e, oltre ad essere nel cuore del Parco, è nel cuore degli isolani che hanno saputo tenerla come un gioiello. Sono le 300 persone che oggi ci vivono, l’inurbamento verso la Toscana è stato forte, come per altre isole, perché è cambiato lo scenario generale del Paese. I residenti però si sono ancorati alla loro terra, sono i testimoni di una cultura locale contraddistinta dalla passata sede carceraria e sono gli interpreti di quel modo di vivere che ne è scaturito in seguito, alla fine di tale esperienza. L’agricoltura del tempo della fatica delle braccia dei detenuti, non ha più retto di fronte alla più remunerativa esperienza del turismo, ricercato fin dagli anni ’80 dai più raffinati scopritori di luoghi distanti. I pescatori invece hanno proseguito la loro tradizione marinara usufruendo di un litorale ricco e generoso, di cui giovarsi per la tavola quotidiana del nucleo famigliare, poi da utilizzare più intensamente per offrire ospitalità estiva a chi arriva, richiamato dall’asprezza della roccia vulcanica e dalla dolcezza del Mediterraneo più profondo. Nel paese tutti si conoscono, destra e sinistra convivono con momenti alterni di serenità, tutti vorrebbero qualcosa che non hanno, uno sviluppo certo, un modo per far rendere la risorsa isola per se stessi e per i giovani che dicono di voler rimanere. Questa è stata anche l’idea di chi ha cominciato a parlare di Parco dalla metà degli anni ’80, ancor prima che fosse fatta la Legge nazionale. Una prospettiva di futuro capace di mettere insieme il valore dell’unicità e l’orientamento verso una forma di sviluppo che possa essere appetibile per chi intende viversi e per chi ci arriva portando risorse economiche e richieste di servizi. Il Parco con la sua normativa arriva molto più avanti. E’ come se si fosse trovato improvvisamente ad interpretare un ruolo sociologico non indifferente. Il compito che tutti si aspettavano era dare una risposta alla vocazione turistica emergente, garantendo denaro cash per infrastrutture e reti tecnologiche, sistemazione del patrimonio edilizio, sovvenzioni ai pescatori, promozione culturale, riutilizzo agricolo dei coltivi sostenuti dalla ex colonia penale, riuso degli immobili del demanio, restauro delle opere murarie storiche. Il Parco come Banca d’Italia, o almeno come banca toscana. Il Parco che deve finanziare il Comune di Capraia che non ha abbastanza gettito con i suoi cittadini o con i trasferimenti dallo Stato, il Parco che non cura i sentieri, che non toglie il sudiciume dalle spiagge, che blocca le aspettative della gente. Tutti a parlarne e tutti a convincersi che siccome non è stato così allora il Parco non serve. Non sono tutti così gli abitanti dell’isola, ma le aspettative di trovare una strada per una buona idea di futuro sono legittime. Allora, per chiarire al giornalista Fulvi se la delusione degli amministratori capraiesi è proprio così inesorabilmente vera, proviamo a dare qualche cifra, supportata da documenti contabili depositati nei bilanci del Parco, pubblicamente controllabili da chiunque, anche da Tascini, se vorrà entrare nel merito di quanto stiamo dicendo senza accontentarsi del sentito dire. Ad agosto del 2007 il Consiglio Direttivo, da poco insediato dopo il lungo commissariamento, aveva voluto incontrare il Sindaco Della Rosa, che si era lamentato dell’assenza di aiuto da parte del Demanio proprietario della maggior parte degli immobili dell’isola. In particolare, urgevano interventi nell’edificio dove ha sede il Comune. Nel passato peraltro il Demanio era stato coinvolto per poter operare interventi urgenti di restauro e riutilizzo. In tal modo erano state spese ingenti somme nella Salata per farci un luogo di accoglienza per chi visita l’isola, e per avviare il recupero del Convento di Sant’Antonio per immaginare una foresteria per il turismo scolastico. Tali interventi erano stati effettuati con Fondi Pronac all’epoca del Presidente Tanelli. Questi finanziamenti sono arrivati perchè il Comune è incluso nell’area protetta. Con le somme avute in quanto il Ministero dell’Ambiente ha sostenuto i territori entro i limiti dei parchi, si è potuto effettuare il rifacimento e la messa a norma della condotta di scarico sottomarina. La modalità di favorire quali beneficiari i territori inclusi nell’area protetta permane tuttora con il nuovo PASL e il POR regionale. Le nuove regole imponevano però che per essere finanziabili gli interventi si doveva avere il Piano del Parco adottato, al fine di avere una effettiva garanzia. Il Piano, dopo anni di gestazione quiescente, è stato messo su un binario attivo, è stato approvato dall’Ente Parco, ratificato dalla Comunità del Parco e adottato dal Consiglio regionale agli inizi di giugno 2008. Capraia potrà rientrare a pieno titolo tra i beneficiari, come sa il Sindaco Della Rosa che ha già contattato gli uffici di Portoferraio per il pacchetto risorse destinato a finanziare le energie rinnovabili. L’isola è inoltre stata inclusa dal Ministero nella Rete Natura 2000 come Zona di Protezione Speciale ai sensi della Direttiva Habitat 92/43 CEE. Tale designazione la pone sotto il controllo europeo in modo molto più forte di quanto non sia la normativa del Parco Nazionale. Per tali motivi sono arrivati altri fondi a Capraia grazie ai finanziamenti LIFE di cui il Parco è stato beneficiario. Per evidenziare quanto espresso nel titolo, diamo i numeri delle somme arrivate a Capraia grazie al Parco, precisando che si tratta di contributi già erogati, mentre sono ancora bloccate risorse già stanziate, come ha avuto modo di illustrare adeguatamente il direttore nell’intervento pubblico fatto il 1 agosto, dopo quello già effettuato due mesi prima per migliorare la situazione della Salata. • Direttamente dal Parco al Comune sono stati erogati 51.380,00 € per iniziative promozionali e bonifiche del territorio. Direttamente dal Parco alla scuola Micali sono stati dati € 7.705,29 per progetti di educazione ambientale. Nel Piano Investimenti del Parco di cui ha beneficiato Capraia, la somma è di € 276.000,00, utilizzati per la sistemazione del territorio, delle strade e dei sentieri, per la sistemazione esterna e l’allestimento della Salata, i cui locali di proprietà demaniale, lo ripetiamo, sono stati dati dal Comune a diversi utenti come Lega Navale, Confesercenti, ecc... e di cui si devono oggi regolarizzare le utenze . Col progetto “Life Natura 1997” per Capraia sono stati dati alla Regione Toscana circa 104.000,00 € utilizzati per diversi obiettivi. Per i censimenti annuali dei mufloni vengono spesi circa € 1000 l’anno. il Comune ha avuto direttamente dal Ministero dell’Ambiente, grazie al Parco, 250.000,00 euro per la sistemazione della viabilità per cala dello Zurletto ed è stata pagata la bonifica della discarica che in modo scriteriato si era creata in uno dei più bei versanti dell’isola. Dal 2003-2006 il Parco ha dato un contributo complessivo di € 20.000,00 ad Assonautica –Guardia costiera ausiliaria, per la vigilanza a mare a Capraia. Ma ci sono ancora nuovi interventi e sostegni. Sul tema della vigilanza a mare, nel 2008 è stato chiesto al Ministero dell’Ambiente un finanziamento per potenziare la Capitaneria di Porto con un gommone. La somma ci è stata recentemente concessa e € 24.000,00 saranno impiegati per l’acquisto di un mezzo nautico da destinare in comodato d’uso alla Capitaneria di Porto di Livorno con destinazione Capraia. Nell’ultimo Consiglio dello scorso 6 agosto è stata appena approvata la convenzione per dare l’incarico alla ditta per la fornitura del gommone. Il Progetto “Capraia no oil” ha ottenuto nel 2008 il Premio Toscana EcoEfficiente, grazie al Presidente Tozzi che ha voluto includere Capraia e Montecristo nel progetto Isole Verdi, sostenuto da ENEL. Per quanto riguarda infine l’itticoltura sviluppatasi a seguito dell’impianto sperimentale finanziato dalla Regione Toscana e affidato alla locale cooperativa di pescatori, si è dovuto procedere a controlli di legittimità delle operazioni effettuate per il subentro di tale azienda e per la realizzazione di nuove parti dell’impianto. E’ stato ribadito anche recentemente nel colloquio diretto tra i pescatori e il Direttore del Parco che l’attività non è assolutamente osteggiata, per partito preso, ma è necessario garantire le migliori forme di controllo dell’impatto ambientale e si è visto che gli accorgimenti recentemente attuati dalla cooperativa vanno proprio in questa direzione. Attraverso il contatto diretto si possono sciogliere molte convinzioni negative che non portano ad alcun risultato concreto se non all’impennata dell’antagonismo come gioco facile che riesce sempre bene, soprattutto se si alza la voce. Nella serata del 1 agosto con il sindaco Della Rosa e con il vice sindaco Guarente ci siamo messi d’accordo per rincontrarci a breve e fare un elenco di cose da fare insieme. Il sindaco ha proposto la pulizia delle spiagge, l’acquisto di una barca specializzata per togliere il catrame, Zanichelli ha chiesto di chiarire una volta per tutte come fare a far funzionare correttamente la Salata e come acquisire legittimamente dal Demanio il titolo per poter operare, sanando quanto è in essere in modo poco trasparente. Dal pubblico sono venute altre richieste e si era detto che dopo l’ondata del ferragosto ci si rivedeva per mettere a punto un piano operativo. Le parole dette dagli amministratori valgono o Tascini ha fatto fare retromarcia per poter … infuocare una bella polemica e dichiarare alla stampa che il Parco non funziona!
Castello Capraia 4 agavi