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A Sciambere dei bravi e dei coraggiosi

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : domenica, 17 agosto 2008

Ma sì sdrammatizziamo pure noi, plaudiamo al ferragosto che se dovessimo fermarci per ogni morto in mare anche solo chiedendo un quarto d'ora di riflessione, guai, il baraccone sarebbe sempre spento. E poi come farebbero a Porto Empedocle a Sciacca a Marsala dove i morti in mare finiscono tra le reti un giorno si e l'altro pure: ormai li chiamano con il nome convenzionale di "tonni", in stato cadaverico gli homo sapiens immigranti passano tra le specie ittiche; inoltre ad affogare nel canale di Sicilia sono quasi esclusivamente dei "negri", quindi, parola di sottosegretario legaiolo in visita sbracata ad una cosa che si chiama parco che sa un cazzo cosa sia, poco compatibili con l'Italia. Cantiamo invece le lodi della nautica da diporto easy, del mare liberalizzato, della deregulation diportistica, del mare "da bere" come la milano degli 'anni 80, del mare dove se ne va in giro gente che non solo non sa fare una gassa d'amante, ma nemmeno un parlato o un nodo piano, nessuno che capisca intimamente cosa volevano dire i vecchi dicendo "Il mare non li vole né bravi né coraggiosi" ottimo per fare da commento a quel vorticoso girare del motoscafo scosso ed assassino, bravo e coraggioso era probabilmente il capitano della Stella Maris, forse esserlo troppo gli è stato fatale. Figuriamoci se si può permettere di essere coraggioso un ghiandone metropolitano che, programmate le ferie, pretende che il mare faccia quel che meglio gli torna in date stabilite, dimenticandosi un'altro assai volgare ma efficace adagio locale (vento mare e culo fanno quello che ni pare a loro), nessuno che cerchi di dissuadere da un approccio "leggero", anzi ... continuiamo a impestare di cementizi porti turistici la costa, sì che i naviganti della domenica si moltiplichino come conigli, e si abbia poi la scusa per fare lucrosi affari a terra! Questi portano la grana i dané, chi se ne fotte se ogni tanto affogano come gatti di piombo, o fanno affogare qualcun altro, se arrivano a terra tra i bagnanti a motore acceso, se sparano i razzi da segnalazione (per giocare) sulla costa e danno fuoco, se ci costano un capitale di carburante e fatica quando si trovano "alle perse" (e ci vuole anche pochino), nessuno che preventivamente gli inchiodi come il mitico professore del Cappellini del secolo scorso con un "Testa di cazzo, così ammaini le mutande al nostromo!". Ci hanno raccontato che tra le moltissime richieste di aiuto giunte per Ferragosto in sala operativa della Capitaneria, ce n'è stata una davvero singolare, da una barca a vela si chiedeva aiuto perché "pioveva forte", con l'ufficiale o sottufficiale (comunque gentiluomo) che gli ha risposto educatamente evitando di dirgli come si sarebbe meritato: "E apri l'ombrello fava lessa!".


incidente gommone annegato 1

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