Ripassando le vicende, recenti e non, legate all'alimentazione idropotabile dell'Isola d'Elba mi chiedo se tale bellissimo esempio di natura e di civiltà è o non sia affatto considerato area di un certo interesse. Allo scopo elenco alcuni dei provvedimenti che rappresentano la norma nei territori che lo sono. In questi ultimi sussistono normalmente più fonti diversificate che consentono di attingere acqua potabile da sorgenti, da falda, da corsi superficiali potabilizzati e per portate eccedenti il fabbisogno massimo nel mentre tutte le apparecchiature elettromeccaniche oltre che essere in soprannumeto onde costituire efficaci riserve, sono alimentate da diversificate e molteplici linee elettriche di svariata provenienza. In questo modo sono scongiurati molti disservizi. Per tutelarsi maggiormente dalla mancanza di energia elettrica tutte le apparecchiature fondamentali possono anche essere alimentate autonomamente tramite gruppi elettrgeni. Capaci serbatoi di accumulo posti in quota adeguata sono atti a sostituire una o più fonti per tutto il tempo necessario ad effettuare le manovre di alimentazione alternativa. Ultima ma non trascurabile ulteriore garanzia, ogni servizio idrico importante è collegato tramite grosse tubazioni con quelli adiacenti in modo da rendere sempre possibili interscambi di portata. La situazione dell'Elba è talmente diversa, principalmente a causa della sua insularità ma non solo per quella, da poter definire assolutamente precaria la sua alimentazione idropotabile. Basterà un solo dato: la maggior parte della portata è recapitata dal continente all'Isola tramite una unica, lunga ed obsoleta condotta sottomarina. È troppo facile immaginare cosa accadrebbe se tale tubazione, assolutamente priva di riserva, dovesse rompersi in piena stagione estiva. Ma non è questo il solo pericolo, come stiamo assistendo in questi giorni. Chi scrive queste note nel 2002 aveva presentato in un Convegno organizzato dal FAITA all'Hotel Airone di Portoferraio, un progetto con il quale si poteva assicurare all'Elba un'alimentazione idrica autonoma ed autosufficiente ottenuta tramite la costruzione di un grande serbatoio sotterraneo atto ad accumulare durante la stagione invernale, tutto il volume idrico sufficiente per far fronte alla successiva richiesta estiva. Ora, senza voler entrare in merito ai molti vantaggi di detta soluzione globale che sono leggibili nel sito, non avente alcuno scopo di lucro, http://altratecnica.3000.it, chiedo come mai non si pensi di costruire una sola prima e piccola parte di tale opera con cui si potrebbero ottenere da subito grandi vantaggi in fatto di economia, qualità e sicurezza di rifornimento idrico dell'intera Isola. L'opera che io propongo di costruire è un tratto di galleria/serbatoio del diametro utile di 10 metri per il momento lunga un solo Km ma atta a raccogliere e conservare ad una quota di 150 metri sul mare ben 150000 (centocinquantamila) mc di acqua potabile pronta ad entrare in rete senza bisogno di pompe. Io credo che la posta in gioco e cioè il pericolo di rimanere un'intera estate senza acqua giustifichi ampiamente l'esecuzione di un solo chilometro di galleria del tutto simile a quelli che oggi vengono costruiti ovunque e per motivazioni molto meno importanti di quella in argomento. Altre notizie sul progetto possono essere trovate su internet con motore di ricerca con parola chiave maxiserbatoio elba.
monte capanne