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La crisi idrica Elbana

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : martedì, 12 agosto 2008

All’isola d’Elba si scherza coi rifiuti (non ci sono impianti termovalorizzatori e tutto và in continente a costi esorbitanti) , con la raccolta differenziata (di fatto non viene realizzata se non in alcuni comuni) , con gli incendi (basta girare e si vedono erbacce da tutte le parti) , con la natura in genere (lo scheletrone di Procchio, i cinghiali che devastano il territorio e fanno passare la voglia di coltivare , detriti , boiler e materassi sparsi dappertutto , pini rinsecchiti che dovrebbero essere tagliati o comunque potati a dovere … )…insomma si scherza e si prendono sottogamba molti problemi , forse perché essendo di tutti non sono di nessuno. Certo è che quando mancherà davvero l’acqua saranno guai seri e l’isola scoprirà così di essere davvero , come scrivono a Patresi, , a livello dell’Africa. L’acqua è un bene primario ed essenziale e 30.000 persone non possono dipendere da un tubo sottomarino malconcio con un 40% di perdite che, se anche non vengono pagate , rappresentano un’offesa ormai intollerabile. All’Elba ci sono 8 Comuni , non tutti hanno gli stessi problemi e gli stessi interessi ; Marciana Marina , avuta la registrazione ISO14001 sta lottando per ottenere l’EMAS , Marciana invece dorme appollaiata sotto il monte Capanne , Marina di Campo soffre per estendere la raccolta differenziata, Portoferraio pianifica edilizie peep … insomma ogni comune pensa per sé mentre invece , in un’isola ,dovrebbe vigere la comunanza e la sinergia . Cosa fare allora. Provo ad esprimere alcuni pensieri 1) Pianificare il raddoppio della tubazione sottomarina per dismettere poi quella attuale ; 2) Chiudere l’anello idrico in modo da poter alimentare tutto il territorio ed ammodernarlo/sostituirlo ove necessario ; 3) Consorziare gli otto comuni in modo da applicare la regola del mutuo soccorso ; 4) Realizzare in quota dei pozzi piezometrici in modo da avere capacità di accumulo oltre che un battente costante (pozzi adeguatamente inseriti nel territorio e mascherati con sassi che abbondano all’Elba); 5) Installare impianti ad osmosi inversa (ci sono vassoi della taglia di 50-100m3/h ultra collaudati negli Emirati Arabi, Dubai ecc…) per autoprodurre acqua potabile da acqua di mare ed ogni comune dovrebbe averne in gestione almeno 2 ( 2x50m3/h = 100m3/h ) in modo da garantire una portata media di almeno 400-500m3/h; 6) Installare impianti a batterie solari per alimentare in parte i gruppi di produzione acqua di cui sopra; 7) Preparare i giovani elbani , ora camerieri e bagnini , per farli diventare periti chimici, elettrotecnici, elettronici in modo da gestire gli impianti ad osmosi inversa; 8) Creare un indotto di elettromeccanica per la necessaria manutenzione agli impianti summenzionati; 9) Creare con ASA contratti flessibili per differenziare gli assorbimenti idrici da estate ad inverno e magari affidare la gestione degli impianti osmotici ad ASA stessa, con personale elbano adeguatamente preparato , 10) Realizzare impianti di trattamento delle acque reflue in modo da poterle riutilizzare almeno per scopi industriali o agricoli. Tali impianti richiedono gestione tecnica e manutenzione, ovvero creano lavoro per i giovani elbani. Mi fermo qui anche se mi piacerebbe sapere se l’Elba è autosufficiente e sicura come produzione di energia elettrica (funzionano e vengono provati i turbogas di Portoferraio?) e se mi viene da sorridere quando vedo i battelli della Lampogas che fanno avanti ed indietro nel canale di Piombino quando basterebbe un metanodotto (ormai tutta l’Italia và stupidamente a solo a gas anche dove non servirebbe) per risolvere i problemi che un’isola invece oggettivamente ha. Auguri.


rubinetto 3 acqua

rubinetto 3 acqua