Gentilissimo direttore, leggendo alcuni giornali o news di siti internet di questi ultimo giorni, rilevo che la notizia relativa alla criticità della disponibilità di acqua all’Elba, sia per uso familiare che per servizi pubblici vari, è messa con forte evidenza tale da colpire tutta l’Elba senza alcuna distinzione né differenziazione fra zona e zona. Questo sicuramente crea allarmismo ingiustificato fra i residenti e nei turisti che, assieme all’allarmismo di taluni media locali e non, nel dare la notizia del mare color verde, va a colpire indiscriminatamente il turismo elbano già in fase calante per altre cause. Deve essere chiaro che personalmente ritengo giusto e corretto riportare sui media le notizie buone e quelle meno buone, in modo libero e senza adagiarsi sulle veline del potere istituzionale spesso lontano dalle realtà locali, ma ritengo che vadano rispettate al meglio alcune regole etiche e professionali. Perciò, a parte la forzata evidenza dei giorni passati di situazioni negative sull’Elba ritengo giusto, corretto ed eticamente valido riportare con la stessa evidenza le notizie positive che tranquillizzano la popolazione e i turisti. Soprattutto per il “mare verde” è bene dire in modo chiaro e a caratteri cubitali che innanzitutto non c’era traccia di tossicità e poi chiarire che, dopo alcuni giorni e in presenza degli ultimi risultati Arpat, la situazione sociosanitaria in “allarme” si è praticamente normalizzata. Lo stesso dicasi per l’ allarmismo riguardo l’acqua per uso domestico e non. Va detto chiaramente che in taluni casi e in determinate aree ci sono situazioni di criticità ma questo non è vero se si fa riferimento a tutto il territorio. In particolare la situazione di Marina di Campo non si presenta drammatica come pure non è drammatica la situazione in altre zone elbane. Mettere quindi, nella dovuta evidenza, sia nelle locandine che in prima pagina, che non c’è situazione drammatica su tutta l’Elba e che a Marina di Campo come altrove sull’isola, la situazione è accettabile ed è allineata sui livelli di soddisfazione standard degli anni passati. Questa non vuole essere una sottovalutazione della situazione elbana ma un corretto e giusto modo di informare, comunicando secondo canoni etico-professionali. Quindi, per cortesia, nessun ALLARMISMO diffuso e generalizzato! Raffaele Sandolo elbasun@info Carissimo Sandolo Veda bene, le parole hanno un peso diverso: stavolta ho riportato il suo ALLARMISMO in stampatello, dopo che nel precedente suo scritto mi ero permesso di correggere in termine in un più neutro (e realistico) “allarme”, pensando che quello volesse significare, così come mi sono permesso di tagliare qualche espressione che mi pareva esageratamente entusiastica, e di aggiungere tre righe di prudente commento, rivelatesi poi sacrosante, perché qualche ora dopo eravamo di nuovo a capo dodici, con quel fenomeno innocuo ma evidente che tornava a manifestarsi. Ora debbo contestarle quanto afferma perché a quanto mi risulta NESSUN OPERATORE DELL’INFORMAZIONE ELBANA, MEN CHE MAI DI QUESTA TESTATA, HA FATTO SULLA VICENDA CAMPESE, DELL’ALLARMISMO e sostenerlo (pure in maniera educata) è quanto meno ingeneroso, oltre che, mi perdoni, discretamente offensivo. Punto secondo: mentre critiche, manifestazioni di opinioni diverse e suggerimenti ci sono sempre graditi, perché rappresentano uno stimolo a lavorare meglio, il richiamo addirittura a “un corretto e giusto modo di informare, comunicando secondo canoni etico-professionali” è quanto meno sopra le righe. Cosa vuol dire, che fino ad oggi all’Elba chi quotidianamente informa lo ha fatto in maniera scorretta ed ingiusta fuori dai canoni etici e professionali? Non le pare un po’ tranchant? Personalmente se ritenessi fondata la sua valutazione da domattina, anzi da subito, mi porrei il problema di cercare un’altra attività: mi darei alla pesca a cannella, all’uncinetto, all’arte di comporre degli origami o a quella di fare le seghe ai paperi. E invece caro Sandolo sono qui alle 3.07 della notte a risponderle e a cercare di farle capire che scrivere su un organo d’informazione è un lavoro serio e non sempre gratificante, che è molto differente dall’alzarsi una mattina e scrivere perché si ha un’idea, un’intuizione, un’emozione o un tiramento. Scrivere un giorno sì e l’altro anche è faticoso, talvolta palloso e perfino sgradevole, e, almeno in ambito elbano, poco remunerativo. E, molto di più che in altre professioni, ci si espone, si corre il rischio di essere sbeffeggiati ed insultati, anche gratuitamente, si è giudicati pure da chi non sa né leggere né scrivere, né parlare né tacersi, si può giungere a fungere da veri e propri capri espiatori di una crisi che affonda le sue radici nella pochezza imprenditoriale e amministrativa. Se comunque qualcuno vuol credere alla favoletta dei turisti allontanati dai giornalisti (oltre naturalmente che dagli ambientalisti e dai comunisti), se gli è di consolazione si accomodi, ma non pretenda di dettare il Verbo.
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